FOCUS – Piazzati preziosi
…Ed alla fine, nel momento di massimo bisogno, ecco le reti su calcio piazzato. Il successo interno di ieri sera lascia in eredità al popolo nerazzurro (oltre ai momenti da “nostalgia canaglia” con Mourinho e Ronaldo) l’importanza della corretta gestione delle palle inattive, su tutte i calci d’angolo. L’arte del corner, in realtà, fa parte […]…Ed alla fine, nel momento di massimo bisogno, ecco le reti su calcio piazzato. Il successo interno di ieri sera lascia in eredità al popolo nerazzurro (oltre ai momenti da “nostalgia canaglia” con Mourinho e Ronaldo) l’importanza della corretta gestione delle palle inattive, su tutte i calci d’angolo.
L’arte del corner, in realtà, fa parte del recente DNA della storia nerazzurra più di quanto sia stato messo in mostra nell’ultimo lustro, trovando l’apice della loro rilevanza proprio a cavallo tra le gestioni Mancini e Mourinho, contraddistinte dalla grande fisicità degli interpreti minuziosamente selezionati dai due tecnici. In principio furono Materazzi, Vieira, Cambiasso, Samuel, Motta e Lucio; adesso, con le dovute proporzioni, è il turno di Melo, Miranda, Kondogbia, Murillo e D’Ambrosio. Squadre diverse, contesti differenti e, soprattutto, tempi differenti: se le reti su calcio piazzato dei saltatori del recente passato erano spesso accessori di qualità su un abito magistralmente cucito, adesso diventano capo fondamentale anti gelo per affrontare una scalata sui freddi monti della lotta al terzo posto.
Prima di analizzare i saltatori ed il loro apporto alla causa nerazzurra, è necessario partire da una propedeutica analisi di chi si occupa di dar vita alle preziose parabole, ovvero i calciatori. Fondamentalmente in questa prima metà abbondante di stagione i prescelti sono stati tre: Alex Telles, Marcelo Brozovic ed Adem Ljajic, un mancino e due destrorsi. In particolar modo, le parabole del centrocampista croato hanno dato vita a ben tre dei gol da calcio piazzato nelle ultime tre settimane nerazzurre: il primo, in quel di Verona, grazie ad un calcio d’angolo da destra direttamente finito sulla testa di Murillo (rivediamolo QUI), il secondo, in grado di propiziare il vantaggio nell’anticipo di ieri sera, arriva con la stesse identiche modalità della prima rete della trasferta veronese sia nella modalità di calcio che nell’interprete selezionato: anche in questo caso, infatti, la sfera è diretta al colombiano ex Granada, che agendo da torre appoggia verso il rapido e ben piazzato D’Ambrosio. Il terzo gol nascente dal piede del numero 77 arriva invece dalla bandierina opposta con una parabola a rientrare: questa volta è Felipe Melo a giocare di sponda per la corrente Miranda, che con uno stacco preciso supera Viviano (rivediamo QUI entrambe le reti).
Gli altri due fuochisti invece, più che per i calci d’angolo, si sono distinti per le corrette esecuzioni derivanti da calci di punizione dalla trequarti ospite: Ljajic stesso, con una traiettoria velenosa, ha garantito i tre punti nella gara interna contro il Genoa di qualche tempo fa (QUI il video). Notiamo come il tratto comune in grado di connettere le esecuzioni di Brozovic e dell’ex Roma sia la costante ricerca di quello che al momento può essere definito il miglior saltatore nerazzurro in situazione offensiva: Jeison Murillo, cercato in quest’ultima circostanza anche dall’attaccante serbo ed in grado di mandare fuori tempo Perin pur non toccando la sfera.
I calci piazzati affidati ad Alex Telles hanno invece garantito due dei tre gol da palla inattiva della prima parte di stagione nerazzurra, rispettivamente contro Hellas Verona (gara d’andata decisa così da Felipe Melo) e Fiorentina (gol della bandiera di Mauro Icardi) grazie in questo secondo caso ad una delle punizioni dalla trequarti alle quali facevamo riferimento poco sopra.
Tornando agli uomini d’area ai quali sono diretti i traversoni oggetto della nostra analisi odierna, non risulta particolarmente complesso distinguere due sottocategorie: i saltatori in senso stretto e gli incursori. Al primo gruppo rientrano i due centrali di difesa e Felipe Melo, mentre nel secondo chi, come D’Ambrosio, Kondogbia ed Icardi, più che duellare sulla prima caduta della sfera, preferisce inserirsi in un secondo momento per provare a centrare la porta con un conseguente e successivo tocco. Le reti derivanti da questa secondo gruppo di giocatori hanno matrice completamente differente rispetto a quelli dei saltatori della primo gruppo pur essendo strettamente connessi alle giocate questi ultimi: basti analizzare le reti di Kondogbia a Torino (torre di Palacio ed inserimento da dietro del francese,QUI), di Icardi nella gara interna conto il Chievo Verona (rete dopo una prima giocata di Miranda) e quello di D’Ambrosio nella sfida di poche ore fa contro la Sampdoria dopo la sponda perfetta di Murillo.
Una seconda e poco gradita al pubblico forma d’esecuzione dei calci piazzati è quella della famosa “giocata corta”, dove la sfera, anziché venire calciata verso il centro dell’area, viene appoggiata al compagno più vicino. La ratio di questo tipo di esecuzione sta nell’attirare fuori dall’area uno dei calciatori avversari dediti alla marcatura di uno dei saltatori, a quel punto passati in superiorità numerica e quindi in una potenziale situazione di vantaggio. Questo tipo di giocata non ha ancora portato particolari benefici alla causa nerazzurra, risultando addirittura deleteria aprendo in più circostanze le porte a veloci e vantaggiosi contropiedi per gli avversari. Ricordate da cosa derivano tante delle reti prese nel corso della passata stagione? Anche la stessa azione che propizia il calcio di rigore per il Sassuolo nello 0-1 interno deriva da una situazione simile, definibile quindi una vera e propria arma a doppio taglio.
Le reti dell’ultimo mese non ingannino: parlare di trend invertito e di esatta esecuzione dei calci piazzati dopo quanto accaduto nelle scorse settimane pare comunque eccessivo, in quanto non si impara la loro corretta esecuzione in un mese e non la si dimentica poche settimane dopo. Semplicemente si è lavorato su determinate situazioni che possono, come ogni altra situazione offensiva di ogni squadra organizzata, divenire un’arma in più, specialmente in gare dove ogni tentativo di manovra viene soffocato dalla compattezza difensiva degli avversari.
Quanto durerà il momento positivo di fuochisti e torri? Non ci è dato saperlo, ma lavorarci con costanza, considerando anche il peso specifico di una rete nella maratona al terzo posto, è un obbligo imprescindibile.