Focus – Arrivederci, Trenza

ARRIVEDERCI,TRENZA Giugno 2012 - Maggio 2017: dopo cinque anni termina ufficialmente l'avventura in nerazzurro di Rodrigo Palacio, senza alcun dubbio uno dei giocatori più rappresentativi dell'ultimo deludente lustro marchiato Inter. Sono stati cinque anni difficili, probabilmente tra i più complessi e caotici dell'intera storia della Beneamata, contraddistinti da avvicendamenti societari, viavai di calciatori ed allenatori e tante (troppe) delusioni sportive. Eppure, Rodrigo e la sua caratteristica treccia ci sono sempre stati, nelle piccole gioie e durante le contestazioni, coscienti del peso di una maglia probabilmente capito a dovere da pochi. L'Inter ha dato tanto a Palacio ma altrettanto ha fatto El Trenza con l'Inter: ecco cosa ci resta dell'esperienza del numero 8 in nerazzurro, sperando diventino punti di partenza e valori imprescindibili per chi prenderà il suo posto. UN PROFESSIONISTA ESEMPLARE

Tutti gli allenatori che hanno avuto modo di lavorare con l'attaccante originario di Bahìa Blanca hanno sottolineato la straordinaria professionalità del giocatore, a detta di tutti esempio per i più giovani soprattutto durante il lavoro settimanale, semina necessaria per sperare in un lauto raccolto durante le domeniche di Serie A. Vivere da professionista, inoltre, vuole anche dire saper accettare le scelte dell'allenatore, anche quando sembrano più ingiuste: con i suoi 35 anni Palacio è ad oggi il giocatore più esperto di tutta la rosa nerazzurra e nonostante non sia più un titolare da tempo, ha sempre lavorato al massimo attendendo il proprio momento in rigoroso silenzio, senza far volare il minimo straccio e senza mai polemizzare, almeno pubblicamente, per le decisioni del tecnico. Siamo sicuri sia un aspetto così scontato? INTERISMO La passione per una maglia, nel calcio di oggi non è un valore coltivabile e neppure acquistabile a suon di milioni: o ce l'hai, o ti manca. Non è un concetto neppure così semplice da spiegare ma, chiunque abbia vissuto il percorso di Palacio con la maglia dell'Inter, sa che questa dote appartiene al Trenza. Gli occhi lucidi dopo i gol, le corse con le braccia larghe sotto la curva, il sorriso smagliante di chi vive con orgoglio ogni singola partita, perché l'Inter mai è stata e mai potrà solamente un dovere. La speranza è che tanti giovani imparino da Palacio cosa voglia dire giocare per l'Inter, anche in un momento difficile come quello attuale, per quanto sia un'espressione troppo complessa anche solo da quantificare. Il rispetto per la maglia è emerso in tante circostanze, anche piccole, come quella volta in cui mise i guantoni e passò dall'attacco alla porta per far fronte all'infortunio di Castellazzi, gesto e voglia di responsabilità non da tutti e non per tutti. Ricordate? (QUI il video) GOL PESANTI Festa grande per l'Inter che batte 1-0 il Milan grazie a uno strepitoso gol di tacco di Palacio all'86', quando il pareggio sembrava ormai scritto. L'interismo di cui parlavamo, guantoni a parte, si è visto sì nel professionista e nell'uomo, ma anche e soprattutto in campo. Per usare una metafora inflazionatissima nel mondo sportivo, "Palacio si è caricato l'Inter sulle spalle" per almeno un biennio abbondante e questo è un dato di fatto. Tra tutte le competizioni alle quali ha partecipato, i gol di Palacio con la maglia dell'Inter sono 58, per lo più distribuiti tra i primi tre anni da interista: numeri veramente importanti, se relazionati ad un momento storico particolare anche sotto il profilo realizzativo, dove l'Inter, quantomeno nel pre-Icardi inteso come certezza, è stata letteralmente appesa alla treccia dell'attaccante argentino. Il gol allo Juventus Stadium e quello di tacco al Milan (QUI, da gustare in rigoroso silenzio) , senza dubbio il più bello messo a segno in nerazzurro, sono soltanto la punta dell'iceberg del fieno messo in cascina dall'ex giocatore del Genoa, autore di veramente tante reti importanti. AMBASCIATORE Un aspetto trascurato riguardante Palacio è senza dubbio l'essere stato testimone di una squadra in difficoltà anche oltre i confini del nostro paese. Non è sicuramente stato una bandiera della nazionale argentina come altri nerazzurri più celebri ma, Palacio, da interista, in un momento di grande modestia anche sotto questo aspetto, è stato tra i giocatori utilizzati nella finale dell'ultimo Mondiale. Rodrigo è tutt'oggi un giocatore apprezzatissimo e conosciutissimo in Argentina dove ha a lungo vestito la maglia del Boca Juniors, club con una storia enorme, soprattutto per essere stato culla di calciatori straordinari divenuti poi decisivi in Europa. Terminato il contratto con l'Inter, potrebbe tornare nel proprio paese, lasciato otto anni fa per cercare fortuna in Europa: se ciò dovesse accadere, porterà con sé un po' di sano interismo in una parte del mondo che continua a vivere di calcio. UN GIOCATORE SPECIALE Nel bene e nel male, l'Inter non dimentica. Una delle prerogative dell'ambiente nerazzurro, inteso soprattutto come tifo, tende a trovare un posticino speciale per tutti quei calciatori che hanno onorato la maglia dell'Inter. Non è soltanto una questione di rendimento in campo o dell'interismo citato poche battute fa, è più una questione di rispetto implicito che nasce nei confronti di chi ha mostrato amore per i colori. Una sorta di do ut des sportivo che ha permesso a pochi giocatori di avere una seduta particolarmente privilegiata nei ricordi degli interisti. L'auspicio più grande è che di Palacio uomini (e perché no, anche calciatori), ne arrivino altri mille, perché per ripartire e ritornare grandi servono doti umane almeno quanto quelle sportive. In attesa del match di questa sera, non ci resta che ringraziare Palacio per quel che ha dato all'Inter in un momento storico dove essere parte dell'Inter non è semplice. Buena suerte Rodrigo, grazie di tutto!

Focus – Arrivederci, Trenza

Giuseppe Chiaramonte - Autore

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Giuseppe Chiaramonte
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