Dopo il secondo pareggio consecutivo, l’Inter di Antonio Conte è pronta a tornare subito in campo per tornare alla vittoria e continuare il testa a testa con l’Atalanta per il secondo posto. Ad attendere i nerazzurri ci sarà il Genoa, reduce da due importantissime vittorie consecutive e in piena lotta salvezza.
É SEMPRE IL SOLITO GENOA?
Il Genoa di Preziosi sembra non imparare mai. La stagione 2018/2019 aveva rappresentato la quintessenza di una gestione societaria che ha spesso raggiunto i limiti dell’assurdo: dal suo inizio alla sua fine si sono succeduti tre allenatori diversi, la squadra è stata completamente rivoluzionata in sede di mercato tanto nella sessione estiva quanto in quella invernale e il campionato si è concluso con una salvezza conquistata esclusivamente grazie alla vittoria dell’Inter sull’Empoli diretta concorrente all’ultima giornata. Un finale che aveva incendiato ulteriormente la contestazione che i tifosi rossoblu portano avanti contro la società ormai da anni, chiedendo a gran voce una gestione più oculata e in grado di tirare fuori la squadra dalla palude di mediocrità in cui sembra essersi irrimediabilmente cacciata negli ultimi anni.
A posteriori, possiamo affermare che con l’arrivo della nuova stagione la situazione in casa Genoa non è affatto cambiata. Prima del lungo stop dovuto all’emergenza coronavirus infatti, la società aveva già esonerato due allenatori (Andreazzoli e Thiago Motta), aveva portato avanti le ormai solite sessioni di mercato bulimiche e scriteriate (considerando i giocatori in entrata o in uscita dalla prima squadra e quelli che rientrano in un giro di prestiti ai limiti dell’incomprensibile, Transfermarkt conta un totale di quasi 150 operazioni nella sola annata 2019/2020), e si apprestava ad affrontare un altro finale di stagione in cui la salvezza sarebbe stata messa in discussione fino all’ultima giornata.
Sulla panchina della squadra si trova ora Davide Nicola, subentrato a Thiago Motta a fine dicembre e reduce da una storica salvezza con il Crotone e da un’esperienza all’Udinese durata solo pochi mesi. Sotto la guida del tecnico piemontese, che pure era riuscito a ottenere risultati migliori rispetto ai suoi predecessori prima dello stop (tra cui le vittorie contro Milan, Sassuolo, Bologna e Cagliari), il Genoa ha comunque vissuto una ripresa di campionato abbastanza complicata. Il ritorno in campo è coinciso con la brutta sconfitta per 4-1 contro il Parma, a cui sono seguite quelle con Juve (1-3), Napoli (1-2) e Torino (3-0).
Tuttavia, i due pareggi ottenuti contro due concorrenti dirette come Brescia e Udinese e la netta vittoria contro la Spal (2-0), ha permesso ai rossoblu di arrivare a potersi giocare una grossa parte di salvezza nei due successivi scontri diretti, entrambi immediatamente successive alle sei partite prima citate. Il primo è quello contro il Lecce, terzultima in classifica a meno uno dal 17° posto occupato dal Genoa dopo una lunga serie di sorpassi e contro-sorpassi; il secondo invece è il derby contro la Sampdoria, carico, per forza di cose, di una serie di implicazioni che vanno anche oltre la sola lotta per rimanere in Serie A.
GLI SPAREGGI CONTRO LECCE E SAMP
Nel primo di questi due possibili spareggi, il Genoa è riuscito ad ottenere una vittoria importantissima sulla squadra salentina, finita così a meno quattro ad altrettante giornate dalla fine del campionato. A dire la verità la prestazione dei rossoblu non è stata delle migliori, e per quanto a contare alla fine è sempre il risultato finale, è difficile negare che questo non sia arrivato unicamente grazie a due episodi molto fortunati come il rigore tirato alle stelle da Mancosu e l’autogol di Gabriel con la palla che è entrata rimbalzandogli sulla schiena dopo aver sbattuto sul palo.
Più convincente invece la vittoria sulla Samp, sempre per 2-1 ed arrivata grazie alle reti di Criscito e Lerager in una partita che ha visto i rossoblù riuscire a contenere l’offensiva blucerchiata limitando i danni e sfruttando al meglio le poche occasioni presentatesi. Con la vittoria del Lecce sul Brescia però il vantaggio in classifica è rimasto invariato, lasciando il discorso salvezza ancora ampiamente aperto per entrambe le squadre.
I GIOCATORI
In campo, il punto di riferimento del Genoa è la difesa a tre, anche se con Nicola non sono mancati alcuni esperimenti con una linea a quattro. Tra i pali la squadra si affida a Mattia Perin, tornato nel club che lo ha lanciato dopo l’esperienza fallimentare alla Juventus. In difesa la parola d’ordine è esperienza, con giocatori come Criscito, Masiello e Zapata ad affiancare il talento Romero, anche lui di proprietà dei bianconeri e in prestito fino al termine della stagione.
Le chiavi del centrocampo sono in mano a Schone, tra gli acquisti più inaspettati della scorsa estate dopo la cavalcata in Champions da capitano dell’Ajax. Ad affiancarlo, però, non c’è un reparto di altissimo livello, con il solo Sturaro a garantire una certa affidabilità contro le squadre più attrezzate. Lo stesso discorso vale per gli esterni, dove nessun giocatore a disposizione di Nicola è stato particolarmente in grado di distinguersi con prestazioni sopra la media nel corso della stagione.
A guidare l’attacco, infine, c’è la solita vecchia conoscenza Goran Pandev, ad oggi capocannoniere della squadra con nove reti. I giocatori che stanno trovando maggiore minutaggio al suo fianco sono Sanabria, autore del primo gol contro il Lecce, un’altra vecchia conoscenza dell’Inter come Pinamonti, e Iago Falque, passato al Genoa a gennaio dopo una prima parte di stagione complicata con il Torino.
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