E’ probabile che il regalo di compleanno che l’Inter voglia fare a Samir Handanovic sia quello di permettergli di disputare un’altra annata da titolare, sperando in una parata finale costellata di parate e non in una marcia funerea: così com’è probabile, pure, che se l’Inter avesse avuto più denaro in cassa quest’estate avrebbe preso un altro estremo difensore, piazzando l’imperscrutabile Samir – 37 anni oggi – in panchina nel suo ultimo anno da giocatore nerazzurro, sino a scadenza naturale di contratto.
Resta il fatto che il 2022 sarà uno snodo fondamentale per la porta dell’Inter, e questo dopo dieci anni in cui il titolare dei pali nerazzurri è stato sempre e soltanto lo sloveno: capitano, eroe nella discesa agli inferi e nella risalita, l’unico a esserci stato sempre, e tuttavia dato sempre troppo per scontato. Per i discorsi sul futuro l’Inter sembra concedersi ancora del tempo, così come occorrerà far passare del tempo prima che gli analisti e i critici si rendano conto del portiere che l’Inter ha avuto negli ultimi dieci anni: uno che non avrà l’aura di un Julio Cesar ma che, dopotutto, è insieme a Zenga il più longevo tra i pali dell’Inter, e basterebbe questo anche a legittimare l’appendice finale di una carriera che l’Inter sembra disposta a concedere ad Handanovic e che Handanovic, forse, si merita pure, in spregio alle critiche talvolta giuste – la parata laser – e un conto alla rovescia scandito da una clessidra che non gioca più a suo favore.
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