Ora è ufficiale: l’Inter dovrà fare a meno di Benjamin Pavard per diverse settimane. Gli esami di stamattina, infatti, hanno confermato i postumi della lussazione della rotula del ginocchio sinistro, per quanto accaduto nella gara contro l’Atalanta.
L’assenza del francese costringerà inevitabilmente Simone Inzaghi a ridisegnare le gerarchie in difesa dei nerazzurri, attesi come di consueto da partite ogni tre giorni con un calendario che tra fine novembre e inizio dicembre si farà durissimo. Il tecnico piacentino ha sostanzialmente tre soluzioni.
La prima è la più logica, quella adottata ieri a Bergamo e che sicuramente verrà riproposta nel futuro immediato, già da mercoledì a Salisburgo. Matteo Darmian, come l’anno scorso dopo l’infortunio di Milan Skriniar, verrà chiamato agli straordinari e ad occupare stabilmente il ruolo di difensore a destra. Una soluzione di tutto rispetto, che però priverà Inzaghi di un’opzione recentemente utilizzata (a Torino, per esempio): Darmian da quinto al posto di Dumfries.
In condizioni normali, non sarebbe un grosso problema. Tuttavia, l’Inter deve fare i conti anche con l’assenza di Juan Cuadrado, back-up “originale” dell’olandese. A questo punto, diventerà quindi fondamentale recuperare al più presto il colombiano per consentire a Dumfries di rifiatare.
Sono soltanto 8 i minuti messi insieme dal difensore tedesco arrivato in estate, entrambi a risultato ampiamente acquisito: 7 all’esordio contro il Monza e 1 contro il Torino. Sintomo di un processo di svezzamento del giocatore e di adattamento al calcio italiano non ancora completato. Tuttavia, potrebbe essere arrivata l’ora di fidarsi del classe 2000.
Arrivato come vice Bastoni, infatti, al momento è stato chiuso dall’opzione che prevede lo spostamento di Acerbi sulla sinistra. Tuttavia, Bisseck sa agire anche a destra. Difficile immaginare che si prenda la titolarità in assenza di Pavard, ma l’Inter non può pensare di “spremere” Darmian (che fra un mese compirà 34 anni) ogni tre giorni. L’anno scorso c’era D’Ambrosio e anche quest’anno servirà un’alternativa all’ex Manchester United nelle rotazioni. Un piccolo indizio a suo favore? Ieri, nel finale di partita, sembrava pronto a entrare per contenere il forcing finale orobico, prima che Inzaghi scegliesse Asllani vedendo Calhanoglu stremato.
Qualora Bisseck non offrisse garanzie, ci sarebbe un’ultima carta da giocarsi. L’anno scorso, complice un insostituibile Acerbi al centro, spesso e volentieri Inzaghi inseriva nei finali di partita De Vrij facendolo agire da difensore di destra. Si potrebbe sfruttare, così, il grande momento attraversato dall’olandese, tornato definitivamente ai suoi livelli già dalla primavera scorsa dopo un anno e mezzo difficile.
Tuttavia, per caratteristiche, l’ex Lazio si trova molto più a suo agio nella posizione di centrale, dove può dedicarsi agli anticipi e alla costruzione ragionata dell’azione, come fatto a Bergamo. La qualità gli consente di disimpegnarsi anche sull’out di destra, ma perderebbe qualcosa sullo scatto, specialmente se i suoi clienti dovessero essere ali sinistre particolarmente veloci.
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