Passata la tempesta del calciomercato, è ora di tirare le somme. L’Inter ne è sicuramente uscita rimaneggiata, ma molto meno di quanto era lecito aspettarsi e, soprattutto, molto meno delle più dirette rivali. Il capolavoro infatti è servito: non solo i nerazzurri hanno stabilito un nuovo record per i ricavi di una società italiana in una finestra di mercato, ma sono anche riusciti a mantenere la rosa competitiva e principale accreditata dagli esperti per lo Scudetto. Come? Con la competenza. Quella di Marotta, Ausilio e Antonello.
Troppo spesso infatti il lavoro dei dirigenti è simile, se non peggiore, di quello degli allenatori. Quando le cose vanno male infatti tutti puntano il dito, quando invece vanno a gonfie vele nessuno dà i giusti meriti all’impianto societario, troppo spesso in ombra. Una prova lampante è Piero Ausilio, letteralmente crocefisso per le campagne acquisti passate, dove non aveva nemmeno troppa voce in capitolo, e nemmeno ringraziato per il lavoro svolto in quelle più recenti. Certamente la vicinanza di un maestro come Beppe Marotta non può che aver giovato di riflesso al suo rendimento, ma ad uscire vincitore di questa febbrile sessione di compravendita è tutta la dirigenza, che ha lavorato egregiamente.
In pochi sarebbero riusciti in un’impresa tanto titanica. Le direttive di Suning infatti, messa spalle al muro dal governo cinese, erano chiare e durissime: aumento considerevole dei tagli e incremento colossale delle entrate. Detto fatto. Pur consci della difficoltà della missione, i principali dirigenti dell’Inter si sono messi al lavoro e hanno confezionato probabilmente l’impresa più incredibile della loro carriera. La squadra è passata ad essere ad un passo dal baratro al poter immaginare un futuro roseo e, perché no, ancora vincente. Paradossalmente, tra le big italiane almeno, nonostante le premesse ora l’Inter è ancora di più in una posizione di forza, avendo risanato buona parte dei propri problemi economici autonomamente. Non solo nella parte sportiva, con vendita a prezzi esorbitanti dei calciatori con poi acquisti a prezzi contenuti, ma anche in quella amministrativa.
Antonello infatti ha gestito egregiamente la pandemia, riuscendo, in un periodo in cui le sponsorizzazioni sono letteralmente oro, a sottoscrivere contratti enormemente vantaggiosi per l’Inter. Senza inutili sentimentalismi per l’abbandono allo storico marchio Pirelli, il dirigente nerazzurro ha subito trovato un sostituto all’altezza, integrandolo alle altre partnership trovate per dare stabilità al club ed incrementarne enormemente le entrate da parte degli sponsor.
Rimane naturalmente una situazione patrimoniale delicata e da tenere sotto controllo, con anche l’ombra del fondo Oaktree di cui bisogna ancora vedere i risvolti a lungo termine, ma molto più salda e sicura. Ora il progetto può continuare, meno ostentato e più contenuto, ma comunque ben organizzato. E in tal senso i rinnovi di contratto in programma per i calciatori più importanti non vanno sottovalutati: sono una dichiarazione di intenti molto chiara, l’Inter non si vuole ridimensionare.
Sarebbe però importante, anzi fondamentale, prolungare i contratti in scadenza anche agli stessi dirigenti. Il prima possibile. Tutto il managment è infatti in scadenza e, come dimostrato da questa sessione di mercato, l’Inter non può fare a meno della sua vera forza. Perché se la squadra è il mister possono essere da Scudetto, la dirigenza è invece da campionato del mondo. Perderla sarebbe una vera e propria tragedia.
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