L’obiezione è dietro l’angolo: Lukaku ha parlato di un cambiamento avvenuto a stagione in corso, nello specifico dopo i primi 6 mesi. In realtà, anche con Conte ci fu un cambio di mentalità abbastanza netto a campionato in corso, che avvenne a fine novembre e al quale servì un po’ di rodaggio, con la sua piena realizzazione nella vittoria casalinga contro la Lazio, a febbraio. Da lì in poi, l’Inter divenne una macchina praticamente inarrestabile, capace di mantenere una solidità difensiva impossibile da intaccare.
Paragonando questo periodo con questo attuale del gruppo di Inzaghi (che in Serie A si può far partire dal successo a Empoli), emergono divergenze palesi. I dati Understat sono chiari: la statistica PPDA è molto più bassa per il tecnico piacentino (9.55 vs 15.22), così come il dato OPPDA dimostra un’Inter maggiormente votata al controllo del pallone e meno diretta rispetto a quella di Conte (22.36 vs 17.83). Quest’ultimo valore statistico, infatti, evidenzia una costruzione con il pallone più articolata, meno interessata alla ricerca veloce della porta, caratteristica predominante nell’Inter dello Scudetto.
L’Inter, dunque, è ancora abbastanza diversa da quella di Conte. C’è, però, un’ulteriore domanda: Inzaghi ha davvero cambiato mentalità? Se si paragonano i dati di cui sopra, con quelli dei mesi antecedenti alla vittoria contro l’Empoli, si nota come in realtà ci sia stato un miglioramento. Il dato PPDA è più basso (9.55 vs 9.92, più alto della media stagionale), il che vuol dire che l’Inter continua a essere aggressiva più o meno allo stesso modo. Al contrario, l’Inter non sembra aver rinunciato al suo possesso palla: il dato OPPDA è nettamente più alto (quello dei mesi antecedenti è di 17.04, addirittura inferiore a quello contiano).
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