Se pensate che l’Inter oggi abbia problemi in attacco beh, probabilmente non vi ricordate di quella volta in cui stava per completare il reparto offensivo ingaggiando… un attore. Sì, avete capito bene. E non è passato nemmeno troppo tempo, anzi!
Amiche e amici Passione Interisti, oggi facciamo un salto nella storia nerazzurra e torniamo indietro, fino alla stagione 2012/2013. Un’annata molto particolare: si sta sfaldando il gruppo del Triplete, siamo quasi alla fine della trionfante era Moratti che ci porta sempre più all’interno di quel decennio piuttosto buio per la nostra Inter. L’estate del 2012 è un’estate di cambiamento. Se ne vanno giocatori importanti come Julio Cesar, Maicon, Cordoba, Lucio passa alla Juventus, partono anche Orlandoni e Forlan. Arrivano calciatori come Handanovic, Palacio, Silvestre, Cassano in cambio di Pazzini, Alvaro Pereira, Gargano, Mudingayi, Jonathan e anche il ritorno di Coutinho. In panchina c’è Andrea Stramaccioni, che l’anno precedente era stato promosso dalla Primavera con cui aveva vinto la NextGen Series, la cosiddetta “Champions della Primavera”, per sostituire Ranieri che a sua volta aveva sostituito Gasperini.
Stramaccioni porta idee chiare e un gioco propositivo, volendo lavorare con 3 giocatori offensivi. Infatti, utilizzerà spesso il 4-3-3 o il 4-3-2-1 un po’ a seconda degli interpreti, con anche esperimenti di difesa a 3 che però aveva dovuto accantonare. In ogni caso, Strama si presenta con una preparazione solida e un po’ l’aura del predestinato: purtroppo però si scontrerà con una stagione dove gli girò veramente tutto contro. E pensare che l’annata era partita abbastanza bene, anzi: l’avvio era stato incoraggiante. Inizia presto ad agosto con il preliminare di Europa League vinto contro l’Hajduk Spalato che tra l’altro stava per beffarci: dopo il 3-0 in Croazia vinsero 2-0 a San Siro. Poi i playoff vinti col Vaslui e quindi l’approdo ai gironi dove arrivano 11 punti su 18 a disposizione, e quindi la qualificazione ai sedicesimi di finale. Lì ci sarà un episodio chiave per la storia, di cui parliamo in questo articolo.
In campionato qualche battuta d’arresto inaspettata dopo la vittoria alla prima con il Pescara, ma anche un colpaccio rimasto nella storia, quella vittoria per 1-3 sul campo della Juventus che segna la prima sconfitta in Serie A della Juve nel loro nuovo stadio e un record di 10 vittorie consecutive in trasferta che si interrompe sul campo dell’Atalanta. L’Inter comunque chiude la prima parte di stagione con la qualificazione agli ottavi di Europa League e il quarto posto in campionato, in corsa per tornare in Champions League che quell’anno era garantita solo dai primi 3 posti. Però, come dicevamo, qualcosa comincia già a scricchiolare nella prima parte di stagione.
In difesa, Chivu praticamente non è mai disponibile; Samuel fatica, poi salta la seconda parte di stagione per un problema al tendine d’Achille; Silvestre non convince mai. Scoppiano poi due casi importanti: quello con Sneijder, più eclatante perché viene di fatto escluso dalla rosa pubblicamente dal dt Branca, che voleva sostanzialmente spalmare l’ingaggio dell’olandese. Invece si arriva alla rottura, e poi viene quasi regalato a gennaio al Galatasaray. Poi anche con Cassano, che qualche anno dopo ha parlato di una clamorosa lite con Stramaccioni, il quale però ha ridimensionato un po’ l’episodio. Comunque c’erano forti tensioni interne, che si aggiunsero poi agli infortuni di Nagatomo e, soprattutto, del reparto d’attacco.
A gennaio, oltre a Sneijder viene ceduto anche Coutinho, che va al Liverpool. Arrivano Schelotto e Kuzmanovic più Tommaso Rocchi, che viene individuato come attaccante di scorta per allungare un po’ il reparto. Prende il posto di Marko Livaja che aveva fatto bene in Europa League con 4 gol, mentre in campionato era rimasto a secco tra l’altro con un clamoroso errore sotto porta, in un pareggio per 1-1 contro il Genoa che ancora ci fa mettere le mani nei capelli.
Ad ogni modo l’attacco rimane ridotto all’osso. Poi la situazione tracolla totalmente.
Milito comincia ad avere problemi già a gennaio, poi in Europa League, ai sedicesimi, c’è la batosta: ‘infortunio gravissimo al ginocchio nella gara contro il Cluj di metà febbraio. Il mercato è chiuso, anche Milito è ko e qui l’Inter si ritrova veramente in difficoltà. Ed è a questo punto che valuta seriamente di ingaggiare… un attore.
Ovviamente “attore” è detto un po’ per sorridere, ma in effetti l’Inter si rivolge al mercato dei calciatori svincolati, visto che a quel punto si potevano ingaggiare solo giocatori senza contratto. Decide di puntare su John Carew, norvegese. Un personaggio anche sopra le righe per certi versi, ma soprattutto un calciatore che aveva avuto una buona carriera: prima il Valencia, poi era stato in Italia con la Roma, dove aveva avuto un brutto incidente d’auto e aveva segnato poco, e poi soprattutto all’Aston Villa, dove aveva fatto molto bene ed era diventato anche molto amico del Principe William, noto tifoso dei Villans.
Il problema qual è? È che Carew aveva lasciato il calcio giocato un anno prima, nel 2012, e si era già lanciato nella sua nuova vita. Aveva iniziato le sue comparse in alcuni film norvegesi dove poi ha fatto carriera (ha vinto diversi premi oltre a dedicarsi anche a tante altre attività come fotografo, artista, poker, scacchi e non solo).
L’Inter comunque è in emergenza totale, e allora decide di proporgli un provino. Test medici approfonditi, ma poi il periodo di prova non viene nemmeno avviato. Tant’è che il 27 febbraio 2013 l’Inter pubblica un comunicato ufficiale: “F.C. Internazionale desidera ringraziare l’attaccante norvegese John Carew per la grande disponibilità e professionalità dimostrata. Le sue attuali condizioni atletiche, però, lo costringerebbero a un periodo di lavoro specifico e individuale medio-lungo non compatibile con le esigenze del club”. Lo stesso Carew dice che non era un problema fisico, ma semplicemente che l’Inter aveva bisogno di un calciatore pronto subito, e lui essendo fermo da un po’ non poteva esserlo.
L’Inter quindi non ingaggia nessuno e le cose, se possibile, vanno ancora peggio. Finiscono praticamente fuori anche Cassano e soprattutto Palacio, e così la squadra si reggerà di fatto solo su Tommaso Rocchi nella parte finale di stagione, su Guarin e anche su Ricky Alvarez, protagonista in una di quelle partite che rimangono comunque impresse nella memoria di quella stagione. Semifinale di ritorno di Coppa Italia, alla quale, dopo il 2-1 dell’andata in casa della Roma, l’Inter si presenta in emergenza totale. Nonostante questo va in vantaggio con un super gol di Jonathan dopo una combinazione tutta di prima con Ricky Alvarez e Rocchi, tanto che poi a fine stagione noi di Passione Inter abbiamo premiato ad Appiano Gentile proprio Jonathan per il gol più bello della stagione.
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Tuttavia, poi, arriva la doppietta di Destro, il gol Torosidis e nel finale Ricky Alvarez segna, ma non basta per arrivare in finale. Si chiude la Coppa Italia, in campionato l’Inter arriva nona in classifica e in Europa League era stata eliminata agli ottavi di finale dal Tottenham. Veramente un ribaltone totale a metà anno, con l’Inter che ha sfiorato la possibilità di ingaggiare un attore a stagione in corso dopo che in estate, racconta lo stesso Stramaccioni, avevano provato a prendere Aubameyang e il Papu Gomez.
Con un pizzico di fortuna in più, probabilmente staremmo parlando di tutta un’altra storia per l’Inter. E magari anche per Andrea Stramaccioni.
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