Inter-Juventus non è mai solo una partita. Il Derby d’Italia è il culmine di una rivalità che va avanti da decenni e che ha segnato e segnerà la storia della Serie A. Una sfida che è tornata a incendiarsi negli ultimi mesi, con la lotta Scudetto serratissima e con un big match di San Siro che raramente è valso così tanto negli ultimi anni. Inevitabile, allora, che le tensioni tra i due club si siano estese al di fuori del duello sul campo, con questo scambio dialettico, divenuto più accesso e serrato con il procedere del campionato.
A iniziare stato Massimiliano Allegri. Il tecnico della Juventus ha ribadito fin dall’inizio come l’obiettivo dei bianconeri fosse la qualificazione in Champions League, designando l’Inter come favorita per il titolo. Una frase che ha ripetuto con costanza con il passare delle giornate di Serie A, anche quando i bianconeri dimostravano di tenere il passo delle inseguitrici.
Un modo per scaricare la pressione sui nerazzurri, che si è fatto mediaticamente sempre più diffuso. A questo tipo di dialettica, però, Beppe Marotta e Simone Inzaghi hanno sempre voluto contrapporre lucidità e calma, cercando di rimanere il più distaccati possibile da inutili diatribe, in grado di inquinare l’entusiasmo dell’ambiente nerazzurro.
L’unico segno di insofferenza reale lo ha dato Francesco Acerbi, al termine di Genoa-Inter dello scorso dicembre. Anche in quel caso, però, le dichiarazioni del difensore vanno messe nella giusta prospettiva. Le sue parole non servivano a rispondere e punzecchiare la Juventus, come da troppi inteso, quanto a reinquadrare in una prospettiva più realistica i rapporti di forza. Ovvero: l’Inter sta facendo bene, ma è comunque reduce da un mercato in cui ha cambiato tanto e i risultati non sono scontati. Al tempo stesso, la Juventus non è di certo da considerare come un avversario di secondo livello.
Arrivato il nuovo anno, ad alimentare le polemiche attorno all’Inter ci ha pensato la gara con l’Hellas Verona, le cui decisioni arbitrali controverse hanno scatenato critiche e accuse di favoritismo nei confronti dell’Inter. A quel punto, anche lo stesso Marotta non ha potuto tacere, pronunciando una frase che è già storia del calcio italiano: “Siamo la lepre che deve schivare le fucilate dei cacciatori”.
Pane per i denti di Allegri, allenatore che del dibattito extra-campo ha fatto un marchio di fabbrica. Immediata, allora, la replica del tecnico a distanza di pochi giorni, al termine di Juve-Sassuolo: “Noi cacciatori dello Scudetto? Se c’è qualcuno davanti, dietro c’è chi insegue. E’ un po’ come il gioco ‘guardie e ladri’, i ladri scappano e le guardie inseguono”. Una battuta definita ingenua dagli ambienti juventini, ma la cui malizia sembra essere troppo palese per credere alla spontaneità e alla buonafede dell’esempio scelto.
A quel punto, però, va detto come il mondo Inter sia stato molto brava a non cadere nel tranello del tecnico bianconero. Invece che rispondere, sia Marotta che Inzaghi hanno preferito fermare il dibattito, minimizzando e demandando il tutto ai risultati sul campo.
Una scelta che ha evidentemente spaesato lo stesso Allegri, ritrovatosi senza l’interlocutore sperato. Le sue frasi prima della trasferta di Lecce, infatti, trasmettono proprio questa sensazione, alla ricerca di una giustifiazione: “Ha fatto divertire, ma era solo una battuta, una metafora di un gioco a cui giocavamo da bambini. Si parlava di una squadra che sta davanti e una che insegue”.
Nel mentre, però, l’Inter vinto la Supercoppa, continuando a minimizzare e non offrendo lo spunto dialettico sperato da Allegri. Allora, l’allenatore della Juventus ci ha riprovato prima dell’ultima gara con l’Empoli, lasciandosi andare a una similitudine tennistica, legata all’ascesa di Sinner agli Australian Open: “Potrei dire che noi siamo più giovani, come Sinner, mentre l’Inter è Djokovic. Ma non lo so è, che poi se la prendono a male… permalosi”.
La sua ultima frase, tuttavia, non denota il fastidio dell’Inter, quanto il suo nel non aver trovato un terreno fertile per spostare la discussione del duello Inter-Juventus su un campo che non fosse unicamente calcistico. L’attacco più diretto anche in questo caso non è andato a buon fine: “Non mi hanno dato fastidio le battute di Allegri e non penso ci sia stata maleducazione da parte di nessuno”. Queste le parole di Inzaghi dopo Fiorentina-Inter.
Ancora una volta il tecnico ha preferito non inselvarsi in un luogo più affine al navigato collega. La replica di Inzaghi vuole essere solo ed esclusivamente sul campo. E’ lì che la sua Inter deve dimostrare di essere superiore alla Juventus. La speranza di tutti i tifosi nerazzurri è che domenica allora possa arrivare la risposta più chiara possibile ad Allegri.
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