Cinque cose che abbiamo imparato da Inter-Lecce 2-0
Vittoria senza particolari sofferenze, ma c'è ancora qualcosa da correggere
Bologna archiviato, l’Inter riparte davanti al proprio pubblico battendo 2-0 il Lecce in una partita senza grosse difficoltà ma con ancora diversi dettagli da sistemare. Sblocca l’incontro Mkhitaryan con un bel gol al termine di un’azione corale, la chiude Lautaro Martinez che corona una prestazione da leader. Come di consueto, dunque, andiamo a vedere cinque cose che abbiamo imparato da Inter-Lecce 2-0.
INTER DA CASA
La differenza tra casa e trasferta si avverte ancora. Davanti al proprio pubblico è un’altra Inter, che finalmente comincia a sistemare la fase difensiva e rende più “accettabile” il dato dei gol subiti in stagione: dopo mesi con numeri di reti incassate da zona retrocessione o quasi, oggi l’Inter ha la quinta difesa del campionato.
GOSENS
Il tedesco è la nota più lieta del momento. Seconda partita da titolare consecutiva, come non gli accadeva dai tempi dell’Atalanta, e seconda prestazione da migliore in campo. Ha bisogno di giocare con continuità, si vede. E ora può insidiare la titolarità di Dimarco, oltre a cambiare gli scenari di mercato. Pensare che per due volte è stato vicino all’addio.
FASCE MOBILI
Si parla spesso della rigidità tattica di Inzaghi. E se contro il Lecce fosse nato qualcosa di nuovo? Occhio alle fasce in particolar modo. Da un lato Barella si è spesso allargato a destra con Dumfries (tanti errori, ma finalmente sbloccato col supporto di Lautaro che invoca l’applauso del pubblico per l’olandese) che veniva a giocare più al centro o, soprattutto, ancor più alto a comporre una sorta di 3-4-3. Dall’altra parte invece, è capitato in più di un’occasione di vedere Gosens e Bastoni invertirsi di ruolo. A Bologna sembrava casuale (ed è arrivato il gol di Orsolini a pochi metri di distanza da Gosens), col Lecce è sembrato funzionare di più.
ARBITRO DA RIVEDERE
Dispiace dover parlare di arbitri, ma la nostra linea non cambia. Soprattutto quando si vince, sarebbe il caso di farsi sentire. Quella contro il Lecce è l’ennesima partita in cui chiudiamo con più di qualche dubbio sulla gestione di alcuni episodi chiave dell’incontro. Mancano due rigori evidenti: uno su Gosens per il calcio subito in area, più il tocco di mano di Hjulmand in barriera sul quale misteriosamente il VAR non interviene. Ce ne sarebbe pure un altro, ma la chiudiamo qui.
LA GESTIONE DEI CAMBI FA DISCUTERE
Partiamo dal presupposto che ogni scelta presa da Inzaghi (così come qualsiasi altro allenatore) viene criticata. Detto questo, dal nostro punto di vista lascia un po’ perplessi la gestione delle sostituzioni ed in particolare di due giovani come Bellanova e Asllani (quest’ultimo soprattutto). Con la partita in controllo e che stava scivolando via comodamente, saremmo stati curiosi di vedere l’esterno arrivato dal Cagliari o soprattutto il centrocampista albanese che pensiamo non avrebbero creato chissà quale danno rispetto a D’Ambrosio e Gagliardini che, tra l’altro, si avviano all’addio a fine stagione. Anche a livello progettuale, saremmo curiosi di vedere di più dei giocatori che con ogni probabilità faranno parte della squadra in pianta stabile anche l’anno prossimo.