Ode al “soldato” perfetto dell’Inter: Matteo Darmian
Una dedica a un giocatore che troppe volte viene ancora sottovalutatoI successi nel calcio, spesso non si raggiungono solo con i campioni, i grandi nomi. A fare la differenza, sotto traccia, nell’ombra, sono quasi sempre i gregari di lusso, i “calciatori qualunque” che, lontano dai riflettori e dall’attenzione dei media, entrano in scena quando la palla scotta. È il caso di Matteo Darmian, fido scudiero di Conte prima e di Inzaghi poi.
In molti quando l’Inter lo acquistò, storsero il naso. In fondo non era più giovanissimo, al Manchester United non aveva fatto grandi cose e sembrava ormai avviato alla parabola discendente della propria carriera. Conte però, che ha forse occhio migliore per i “soldati” come Darmian che per i fuoriclasse, lo volle a tutti i costi. E i fatti, sia durante la sua prima annata, che durante la seconda, gli hanno dato ragione.
Nelle ultime due stagioni, Matteo Darmian ha sempre risposto presente nei momenti decisivi: in tanti si ricordano sicuramente dei famosi gol-Scudetto nella passata stagione contro Cagliari e Verona ma anche quest’anno ha saputo esprimersi meglio in match difficili, dove era richiesto coraggio e intraprendenza per fare bene.
Pensiamo alla partita d’andata contro l’Hellas dove, grazie al sacrificio, è riuscito a rimettere in gioco una palla che sembrava persa effettuando così un cross preciso per la testa di Correa. Un altro gol fondamentale lo ha segnato in un’altra rimonta, quella contro la Fiorentina al Franchi. Un match che stava prendendo pieghe cattive, è stato ribaltato grazie alla rete di Darmian (e poi di Dzeko).
Ma non dimentichiamoci nemmeno dell’assist a Sanchez in finale di Supercoppa Italiana. Quel tocco è valso un titolo all’Inter.
E infine torniamo a qualche giorno fa dove, con uno stacco che se l’avesse fatto Cristiano Ronaldo immaginatevi i titoloni, ha segnato un gol pesantissimo per tenere vive le (seppure poche) speranze dell’Inter di vincere lo Scudetto. Alla fine c’è sempre lui di mezzo quando si parla di Scudetto: un perché ci sarà.
Il motivo risiede sicuramente nell’affidabilità che è in grado di garantire sia in campo che fuori: in due stagioni ha saltato soltanto 4 partite per infortunio. Le sue statistiche non saranno eccelse, il suo profilo non sarà tra i migliori in Europa ma poter contare su un elemento che sbaglia poco o niente, soprattutto se si parla di un torneo a 38 giornate come la Serie A, è imprescindibile per club come l’Inter. E poi, chissà perché, con Darmian titolare dal 1′, l’Inter ha perso soltanto contro la Lazio nonostante comunque l’esterno, come detto, giochi anche nei big match.
Senza il grande apporto di Darmian, né Hakimi né Dumfries avrebbero potuto avere il tempo di ambientarsi: c’è da considerare anche questo quando parliamo dell’exploit del marocchino prima e dell’olandese poi.