Si dice spesso che i giovani italiani non vengono valorizzati a dovere. Che nel nostro campionato si preferisce spendere vagonate milioni per stranieri sconosciuti piuttosto che investire sui ragazzi del vivaio. E in un certo senso, specie negli anni passati, è stato vero per parecchio tempo. Tuttavia negli ultimi anni, la rinnovata competitività di squadre medio piccole come Atalanta e Sassuolo, spesso con una forte base di giocatori italiani ha invertito il trend.
Spesso infatti giocatori che ancora devono dimostrare molto, vengono valutati o addirittura ceduti a cifre esorbitanti. Magari dopo soli 2-3 mesi tra i professionisti e qualche goal qui e là. Un fenomeno che però non sembra funzionare con tutti. Ne è un esempio lampante Andrea Pinamonti, centravanti dell’Inter che all’Empoli si è messo in mostra. Per mesi i nerazzurri hanno cercato, senza successo, di piazzare la punta, vendendola con diritto di recompra. Certo, questa clausola abbatte il prezzo di cessione del giocatore, ma mai nessuno ha messo Pinamonti sullo stesso piano di Raspadori e Scamacca, altri due giovani venduti a cifre quasi fuori mercato. Perché? Pinamonti vale veramente meno dei due ormai ex Sassuolo?
In primis a fare la differenza, anche solo in minima parte, è la risonanza dei media. Per qualche motivo Pinamonti non ha mai avuto la risonanza mediatica di Scamacca e Raspadori, anche in chiave Nazionale? Carnevali Ad del Sassuolo, da grande venditore, ha sempre sbandierato ai 4 venti cifre elevate per i due, parlando spesso di presunte big europee sulle loro tracce. L’Inter invece non ha mai fatto così tanta pubblicità a Pinamonti: il ragazzo ha fatto parlare “solo” il campo, sudandosi ogni centimetro di carriera. Fattore che, fino a qualche tempo fa era preponderante, mentre ora sembra quasi marginale. Basti pensare all’esplosione del caso Gnonto, convocato quasi “per caso” da Mancini e finito sotto i riflettori repentinamente senza aver mostrato nulla di effettivamente concreto. Riflettori da cui peraltro, altrettanto repentinamente, è sparito al momento.
In secondo luogo bisogna anche valutare il contesto in cui si gioca. Essere nel Sassuolo, noto da sempre per la sua mentalità offensiva, e giocare liberi da troppi pensieri, raggiungendo la salvezza agevolmente è un conto. Altro paio di maniche è essere il punto di riferimento il cui punto di forza è una difesa organizzata, che lotta con le unghie per la salvezza e per quasi un intero girone non vince una sola partita. Alla luce di queste premesse, il rendimento di Pinamonti all’Empoli è ancora più encomiabile.
Terzo aspetto, come già accennato, l’Inter non vuole perdere del tutto la proprietà del proprio gioiello. Voleva mantenere un diritto di recompra, diventato poi solo prelazione, e questo, inevitabilmente, ha finito per abbassarne il prezzo. In pochi vogliono investire su qualcuno che potrebbe tornare in nerazzurro alla prima occasione a poco più del prezzo originale. Anche con una cessione a titolo definitivo immediata però, Pinamonti non sarebbe mai arrivato ai 35-40 milioni che invece incasserà il Sassuolo.
Una cosa è certa: il prezzo lo fa il mercato ed è vero, ma Pinamonti non vale solo la metà di Scamacca e Raspadori. La verità, come sempre, è nel mezzo. “Pina” potrebbe valere certamente qualche milione in più, i due “rivali” probabilmente qualche milione in meno se guardiamo al reale potenziale. Anche perché, numeri alla mano, tenendo sempre conto la differenza tra Empoli e Sassuolo, la differenza non è affatto eclatante. Andiamo quindi a vedere nel dettaglio i numeri dei due campioncini osannati dai neroverdi e quelli del povero “cenerentolo” Pinamonti, e vedremo che la differenza non è poi così grande, anzi.
ETÀ: 23
PRESENZE: 38
MINUTI: 2309
GOAL: 16
ASSIST: 1
PARTECIPAZIONE AL GOAL OGNI: 135,82 MINUTI
CARTELLINI: 7 GIALLI
TIRI A PARTITA: 2,2
TIRI IN PORTA A PARTITA: 1
GRANDI OCCASIONI MANCATE: 5
PASSAGGI RIUSCITI: 74%
TOCCHI: 25,2
FALLI SUBITI: 0,6
DUELLI AEREI VINTI: 57%
DRIBBLING: 70%
Scamacca è il tipico attaccante che gioca con la squadra ma molto meno PER la squadra. Gioca infatti fraseggiando spesso coi compagni e con buone percentuali di passaggio, ma sotto porta cerca la rete anziché l’assist, da buon numero 9. Tra i 3, nonostante le tante partite, è quello col minutaggio inferiore, sintomo forse di una condizione fisica, quanto a resistenza, ancora da far maturare. Stesso discorso per i troppi cartellini rimediati per un attaccante.
ETÀ: 22
PRESENZE: 38
MINUTI: 2932
GOAL: 10
ASSIST: 6
PARTECIPAZIONE AL GOAL OGNI: 183,25 MINUTI
CARTELLINI: 7 GIALLI E 1 ROSSO (PER DOPPIO GIALLO)
TIRI A PARTITA: 2
TIRI IN PORTA A PARTITA: 0,7
GRANDI OCCASIONI MANCATE: 4
PASSAGGI RIUSCITI: 83%
TOCCHI: 41,2
FALLI SUBITI: 0,9
DUELLI AEREI VINTI: 50%
DRIBBLING: 58%
Raspadori è l’unico tra i 3 che non è una vera punta, ma un attaccante mobile, di supporto. Preferisce più l’assist alla rete, ma ha anche molta più fantasia dei rivali: può decidere una partita con un colpo di genio, a differenza dei due attaccanti di peso. Come Scamacca però deve migliorare ancora, e di parecchio, il proprio atteggiamento in campo, specie lato falli e cartellini.
ETÀ: 23
PRESENZE: 37
MINUTI: 2917
GOAL: 13
ASSIST: 2
PARTECIPAZIONE AL GOAL OGNI: 194,47 MINUTI
CARTELLINI: 4 GIALLI
TIRI A PARTITA: 2,5
TIRI IN PORTA A PARTITA: 0,8
GRANDI OCCASIONI MANCATE: 9
PASSAGGI RIUSCITI: 62%
TOCCHI: 29,4
FALLI SUBITI: 1,6
DUELLI AEREI VINTI: 37%
DRIBBLING: 43%
Pinamonti rispetto agli altri ha dovuto sgomitare parecchio per emergere in una realtà più piccola e complessa. I suoi numeri, che sembrano effettivamente per certi aspetti renderlo un gradino sotto rispetto ai rivali, vanno infatti contestualizzati. Fare certe cose a Empoli, in una stagione di alti e bassi, non è di poco conto, anzi: l’attaccante ex Primavera ha fatto un campionato di altissimo livello.
Purtroppo è tutta una questione di prospettiva. Pinamonti non ha mai alzato la cresta, non si è mai messo apertamente in mostra. Ha sempre tenuto un profilo basso e lavorato sodo, senza fare proclami. E come lui ha fatto anche l’Inter. Purtroppo il risultato è una valutazione molto più bassa alla “concorrenza” degli altri giovani ragazzi italiani. La speranza è che il ragazzo ex Primavera, continuando a far parlare il campo, dimostri tutto il proprio valore. Forse proprio in quel Sassuolo che ha nel frattempo venduto i suoi pezzi più pregiati. E chissà che in un futuro non troppo lontano Andrea non faccia esultare i tifosi nerazzurri segnando sotto la Nord con la 9 dell’Inter…
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