Inzaghi è più preoccupato dei gol subiti che degli sprechi: ecco perché ha ragione
L'allarme da cercare di spegnere subito è la fase difensivaIn momenti del genere non è possibile attribuire la colpa soltanto a un fattore. Se è vero che l’Inter è in difficoltà dal punto di vista realizzativo (ieri contro il Sassuolo, 3,82 Excepted Goals a fronte di 0 segnati), è anche vero che i nerazzurri le cose migliori di questa stagione le hanno fatte quando anche la fase difensiva si è dimostrata solida.
Il 2022, invece, è iniziato all’insegna delle disattenzioni. Nelle prime 10 partite del nuovo anno, solo due volte l’Inter è riuscita a portare a casa un clean sheet.
Dodici, invece, sono stati i gol subiti: tutti nati da disattenzioni singole oppure di reparto. Pensiamo al pasticcio Skriniar-de Vrij-Handanovic nel gol di Immobile, al fallaccio di de Vrij su Osimhen che ha causato il rigore per i partenopei, alla disattenzione di Skriniar sul colpo di testa di Henry fino al movimento sbagliato della linea difensiva sul secondo gol del Sassuolo (di Scamacca). A tutto questo, uniamoci un’incertezza perpetua di Handanovic.
Gli episodi negativi sono tanti. Se parti con un gol subito – e non sei brillante dal punto di vista fisico e mentale – è difficile recuperare o rimontare come già successo diverse volte in questa stagione.
La concretezza realizzativa è sembrata, fin dal primo momento, un difetto dell’Inter di Inzaghi che non è mai andato via. I nerazzurri creano tantissimo, segnano tanto. L’Inter, appunto, resta il miglior attacco in Serie A ed è ingeneroso parlare di un problema esclusivamente offensivo.
Una squadra di calcio, per vincere, ha bisogno di equilibrio. Banale dirlo, giusto però ricordarlo. L’allarme da far spegnere immediatamente, secondo Inzaghi, è quello in difesa: “Sono molto più preoccupato dei gol subiti piuttosto che delle chance sbagliate”. Così ha parlato il mister al termine di Inter-Sassuolo. L’appannamento in attacco (soprattutto quello di Lautaro che non segna da dicembre su azione) è frutto del momento.
Ma la sensazione è che ritrovata la brillantezza difensiva, d’equilibrio, anche l’attacco possa giovarne. Inzaghi sa dove dovrà lavorare nei prossimi giorni.