FOCUS – Nasce un nuovo sport nazionale: “Io l’avevo detto…”
Mentre in estate la fila di chi sosteneva che l'Inter sarebbe andata incontro all'ennesima stagione fallimentare era sempre più affollata, da qualche giorno è nato un nuovo sport nazionale: quello de "Io l'avevo detto...".“Per capire il presente, occorre conoscere il passato” diceva lo storico e filosofo greco Tucidide.
Senza la pretesa di scomodare i classici greci dunque, si può partire da questa considerazione per comprendere lo straordinario lavoro compiuto finora da Roberto Mancini.
Quello de “Io l’avevo detto...” sta diventando uno degli “sport” più praticati da moltissimi addetti ai lavori in questi giorni. La sfida è ormai accesa e non accenna a placarsi: sembra di vivere in una realtà parallela, assolutamente diversa da quella che si viveva nei mesi di luglio, agosto e settembre.
Probabilmente devo essermi distratto e nel caso mi scuso con i lettori, ma durante la tournée cinese, durante il trofeo Tim, nel corso delle molteplici amichevoli perse dalla squadra nerazzurra, e soprattutto, alla chiusura del mercato estivo, non mi pare di aver letto fiumi di inchiostro incensanti la “straordinaria rosa a disposizione di Roberto Mancini“.
Se non ricordo male, i giudizi erano ben altri, ed anzi, dopo le sconfitte che si stavano collezionando nel pre-campionato, il clima che si era creato intorno all’Inter non era di certo quello di un “trionfo annunciato“, semmai di un “tonfo“.
Ora improvvisamente, dopo 15 giornate di campionato e con il primato in tasca, molti cominciano a professarsi sostenitori di un’Inter dalla “rosa profonda e competitiva“, quando invece il ritornello incessante nei mesi estivi era quello del “manca qualità“. Si è passati da “squadra Icardi dipendente” al “caso Icardi” con una disinvoltura che può appartenere solamente ai “fuoriclasse della penna”.
Altro capitolo che poi merita una citazione è quello riguardante esclusivamente Roberto Mancini. Gli stessi (o quasi) che oggi esaltano la rosa nerazzurra, ergendola a migliore della Serie A, sono quelli che in estate criticavano l’allenatore di Jesi, definendolo “incontentabile”.
Al di là delle acrobazie giornalistiche che è facile rintracciare in queste settimane, la realtà è un’altra e l’ha descritta molto onestamente lo stesso Mancini:
“Napoli, Roma, Fiorentina e Juventus sono più attrezzate di noi perché giocano insieme da tanto tempo. La Juve ha cambiato tre pedine di un certo calibro, ma ha messo dentro 4-5 calciatori importanti, le altre si conoscono da più anni. Se saremo bravi a restare in alto fino in fondo, vedremo quello che succederà”.
Dichiarazioni inappuntabili, fatta eccezione per la parte nella quale Mancini nomina la Fiorentina. La squadra di Paulo Sousa è infatti l’altra sorpresa del campionato, insieme all’Inter, e dunque non può e non deve farsi carico delle pressioni che invece spettano di diritto a Juventus, Roma e Napoli.
Sono proprio queste le squadre che, ad inizio campionato, quasi tutti gli organi di stampa e gli addetti ai lavori indicavano come le favorite per la conquista finale, come le compagini che potevano contare sulle rose più competitive.
Oggi invece, come d’incanto, si vuole consegnare all’Inter la pressione di dover vincere uno scudetto che non la vede assolutamente favorita.
Potrà competere, è vero, ma se lo farà, si renderà protagonista di una grande impresa. Tutto ciò con buona pace dei maestri de “Io l’avevo detto…”, sport che non fa breccia nella mente di chi ha la memoria lunga…