Analisi

L’Inter pensa alla squadra B: regolamento, costi e vantaggi

Dopo Juventus e Atalanta, anche l’Inter starebbe pensando di iscrivere una propria seconda squadra al campionato di Serie C. Non c’è ancora alcuna ufficialità, ma i nerazzurri starebbero valutando seriamente questa opzione. Cerchiamo di capire, allora, cosa comporterebbe ciò a livello regolamentale e di costi, valutando anche i possibili vantaggi.

SQUADRA B: COME FUNZIONA

L’introduzione delle squadre B è avvenuta nel 2018, ormai 5 anni fa. Eppure, ad aderire finora sono state solamente Juventus e Atalanta hanno fatto la squadra. Negli ultimi mesi, però, l’interesse in questo senso sembra essere aumentato, con diverse squadre oltre all’Inter (Milan, Monza, Torino, Sassuolo e Roma) che stanno valutando l’opzione. Per ora, tuttavia, si tratta solo di indiscrezioni.

REGOLAMENTO

Per iscrivere una squadra al campionato di Serie C attualmente, è necessario che vi sia una mancanza di organico nello stesso. Va detto che questo tipo di realtà non è così improbabile visto l’andamento e le problematiche di iscrizione verificatesi nelle ultime stagioni. Inoltre, la società che partecipa con una squadra B, non acquisisce diritti economici, né il diritto di voto, pur essendo rappresentata,
nell’ambito della categoria alla quale parteciperà.

A livello sportivo, la promozione in una categoria superiore è consentita, a patto che la seconda squadra rimanga sempre in una categoria inferiore alla principale, impossibilitando, dunque, la partecipazione allo stesso campionato. La retrocessione in Serie D, invece, non è ammessa, secondo quanto scritto nel regolamento federale: “In caso di retrocessione della Seconda squadra al Campionato Nazionale di Serie D, la stessa non potrà iscriversi al Campionato Dilettantistico e potrà chiedere di essere ammessa al Campionato di Serie C soltanto in caso di vacanza di organico nel medesimo Campionato, secondo le
procedure che verranno all’uopo fissate”
.

A livello di rosa, invece, la squadra potrà presentare in distinta 23 calciatori, di cui almeno 19 dovranno rispettare il limite di età fissato a 23 anni (nati dal 1° gennaio 2000 in poi). Inoltre, questi non dovranno essere presenti nell’elenco dei 25 calciatori iscritti alla Serie A e non dovranno aver disputato più di 50 partite nel massimo campionato. Possibili i passaggi a da seconda a prima squadra, fatto salvo che: “nell’ipotesi in cui un calciatore raggiungesse le 10 presenze, con almeno 30 minuti giocati per ciascuna presenza, nel campionato disputato dalla prima squadra, non potrà essere utilizzato nel campionato disputato dalla seconda squadra”. In caso di squalifica, essa sarà varrà per entrambe le rose. Il non rispetto di questi parametri comporterà la sconfitta a tavolino per 3-0.

La squadra B parteciperà regolarmente alla Coppa Italia di Serie C (ed eventualmente alla Supercoppa di Serie C), ma non parteciperà alla Coppa Italia. Inoltre, per potersi iscrivere la squadra B deve avere una struttura che sorga nella stessa regione del club e uno stadio con capienza di 1500 posti almeno, settore ospiti incluso.

COSTI

Durante il 2022/23 il contributo straordinario da parte dei club di Serie A per l’iscrizione della seconda squadra nel campionato di Serie C ammontava a 1,2 milioni di euro (circa quattro volte in più rispetto alla quota pagata dagli altri club di C). Da questa stagione è previsto anche un ulteriore contributo integrativo di 720mila euro.

Oltre a ciò, è difficile fare una stima precisa dei costi necessari per mantenere una squadra B. Per avere un’idea ci si può affidare alle dichiarazioni di Valentino Angeloni, responsabile del settore giovanile della Fiorentina, che in alcune dichiarazioni passate ha fatto quantificato il costo totale intorno ai 6 milioni di euro. Una cifra non secondaria.

JUVENTUS E ATALANTA: COME SONO ANDATE

Fare un bilancio sull’Atalanta U23 sarebbe troppo prematuro. I bergamaschi sono alla prima stagione in Serie C nel girone A. Dopo 7 giornate, si trovano al 13° posto, con 2 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte. La bontà del settore giovanile dei lombardi è nota e, pertanto, sarà interessante seguire i risultati della seconda squadra nei prossimi mesi.

Diverso il discorso sulla Juventus U23 (dal 2022 chiamata Juventus Next Gen), che partecipa al girone C dalla stagione 2018/2019. In campionato la squadra non è mai andata oltre la metà classifica (8° posto risultato migliore nel 2021/2022) con tre partecipazioni ai play-off. Nella stagione 2019/2020, però, i bianconeri hanno vinto la Coppa Italia di Serie C.

A livello di giocatori approdati in prima squadra ci sono diversi nomi, che non hanno però sfondato con la Juventus (Dragusin, De Winter, Zanimacchia), pur trovando spazio tra i professionisti, anche in Serie A. Gli ultimi talenti scintillanti arrivati dalla squadra B sono chiaramente Miretti e Illing-Junior. Da tenere d’occhio anche Yildiz, classe 2005 che ha già più di uno spezzone in Serie A.

PRO E CONTRO

Ha senso avere una seconda squadra? Dipende dalle prospettive che si hanno. Replicare un modello stile Barcellona sembra attualmente utopico e anche lontano dalla mentalità del calcio italiano. Inoltre, per arrivare a costruire una filosofia di quel tipo efficace anche a livello pratico, servono anni di programmazione, lavoro e investimenti.

Ecco perché l’aspetto economico non può essere sottovalutato. I costi non sono esigui e puntare su una seconda squadra deve essere una scelta strategica appoggiata da solide basi programmatiche. Un’iniziativa estemporanea sarebbe controproducente.

Dal punto di vista tecnico, permetterebbe ai giovani giocatori di approcciare il calcio professionistico prima rispetto alla Primavera, giocando in un contesto più, mettendoli di fronte a un contesto agonistico diverso e più formativo. Inoltre, potrebbero farlo in un ambiente più “sano” e familiare, rispetto a quello dei prestiti in categorie inferiori, dominati da logiche diverse seppur legittime.

Enrico Traini

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