Accadde Oggi – 25 dicembre 1914, quando a Natale nevicano gol: e l’Inter ne fa 12 all’US Milanese
La gara si giocò a Natale per recuperare una giornata di campionato
Una volta, le partite, le giocavano anche a Natale: in Inghilterra esiste – e sta sopravvivendo – la tradizione di giocare le partite nel Boxing Day, usanza che anche l’Italia – o meglio, la Serie A – ha cercato l’anno scorso di importare con risultati imbarazzanti: è l’esito preannunciato di un’esterofilia spinta destinata a fallire. Perché non era cosa, non rientra nei nostri gusti: in Italia, a Santo Stefano, del campionato non gliene frega niente a nessuno, tantomeno degli scimmiottamenti di altri campionati e altri Paesi. Però, appunto, una volta a Natale si giocava: mica come adesso, mica come oggi, che il campionato si sospende per due settimane per riaprire baracca e burattini dopo Capodanno. Si giocava, ma è chiaro che fosse tutta un’altra concezione, un’altra filosofia. In altre parole – è stato detto, e stra-ridetto, scusate – erano altri tempi.
Nel 1914 erano decisamente altri tempi: si sta parlando di oltre cent’anni fa, impensabile guardare ad una partita di 105 anni or sono con gli occhi di adesso: si commetterebbero errori clamorosi di valutazione, di confronto, di tutto e di più. Però, ecco: di questi tempi, 105 anni fa, in un campo di calcio a Milano (immaginatevelo: un campo ingiocabile, forse ghiacciato, duro come asfalto, o peggio se impantanato, con segatura sparsa alla meglio dal custode), ventidue giocatori erano lì a scannarsi per giocare una partita di campionato – un recupero del girone eliminatorio settentrionale – peraltro finita in tragedia, sportivamente parlando, per una delle due contendenti. Che non era l’Inter. Pensate che bel Natale.
Il 25 dicembre 1914, infatti, Inter e Unione Sportiva Milanese si sfidarono per recuperare la nona giornata del girone nord: allora il campionato italiano non era ancora a girone unico – immaginatevi come si potessero fare, nel 1914, trasferte, ad esempio, da Milano al sud Italia – ed era diviso in più gironi locali. Si trattava, comunque sia, di un derby. In tutti i sensi. In campo c’erano due squadre di Milano, addirittura discretamente rivaleggianti. Una partita di calcio in pieno Natale, insomma, anche se in realtà non ci fu partita. Partiamo dal risultato: 12-1 per l’Inter. Poker di Agradi, doppiette di Luigi Cevenini, Asti e Aebi. Gol, infine, di Engler e Aldo Cevenini. L’unica rete della bandiera, per l’Unione Sportiva Milanese, portò la firma di Cavallini. Solitario guizzo d’orgoglio per una squadra frastornata ma che – nonostante tutto – per poco mancò la qualificazione alla fase finale del campionato di Prima Categoria: fase finale cui l’Inter accedette da prima del girone, di un campionato – peraltro – che non verrà mai concluso: era l’alba della Prima Guerra Mondiale, il campionato venne sospeso e la vittoria – non senza dispute storico-legali – venne attribuita al Genoa, in testa al girone finale del nord Italia e preferita ai club di centro-sud. Questo non senza malumori da parte delle società ricorrenti (come la Lazio), e non senza che la questione sia dibattuta ancor oggi: esiste una commissione ad hoc, creata dal presidente della FIGC Gabriele Gravina, per giudicare l’ammissibilità o meno della richiesta della Lazio a vedersi assegnato il campionato. A voler pensare male, una situazione che ricorda – per certi aspetti – quella di una certa società, da anni impegnata nei tribunali di mezzo per vedersi riconoscere uno Scudetto (più recente) che, oggi, è nella bacheca dell’Inter: e che i giudici – tu guarda – non le vogliono concedere.