Quello di Hakan Calhanoglu è stato sicuramente un acquisto a sorpresa da parte dell’Inter. L’ex centrocampista del Milan infatti solo negli ultimissimi giorni prima dell’ufficialità è stato accostato concretamente ai colori nerazzurri, dimostrando ancora una volta come il calciomercato sia un terreno insidioso ed incerto. Sicuramente sulla mossa di Marotta, da sempre maestro nell’accaparrarsi i migliori parametro zero sulla piazza, ha influito parecchio il malore accusato da Eriksen e che lo terrà lontano dai campi a tempo indeterminato. Per quanto il turco non abbia mai reso ai livelli del fuoriclasse danese, è indubbio come sia un giocatore di qualità e quantità che, se in giornata di grazia, può svoltare una partita.
Il suo acquisto ha inoltre significativamente indebolito la principale antagonista della scorsa stagione, il Milan di Pioli, privandola di uno dei suoi titolari inamovibili senza versare un solo euro nelle casse dei rossoneri. L’ennesimo colpo da maestro di Marotta che ha affidato un giocatore importante nelle mani di Simone Inzaghi. Un Inzaghi che nella primissima conferenza di San Siro si è mostrato particolarmente entusiasta per l’arrivo di Calhanoglu, tanto da nominarlo diverse volte nel corso dell’evento. Il suo è un entusiasmo giustificato? Probabilmente sì.
L’ex calciatore del Milan infatti non è un semplice trequartista offensivo. Calhanoglu ha anche una attitudine al sacrificio che raramente si è vista in pari ruolo, oltre a poter vantare una resistenza non indifferente. I numeri evidenziano come il centrocampista fosse uno degli stakanovisti con più chilometri all’attivo nel centrocampo di Pioli, conditi da un buon numero di contrasti, aerei e non, vinti. Basti pensare al primo tempo del Derby vinto in rimonta dall’Inter per 4 a 2 nel primo anno di Conte: nei primi 45 minuti Brozovic fu completamente limitato e annullato dal pressing asfissiante di Calhanoglu, spegnendo di fatto la luce in casa Inter.
Il turco non si è però snaturato, rimanendo pericoloso come un tempo sui calci piazzati (caratteristica che lo accomuna ad Eriksen) e estremamente estroso negli ultimi 16 metri, come dimostra il dato che lo incorona calciatore che ha creato più occasioni da goal in Europa nella passata stagione. Si è semplicemente parzialmente evoluto, smussando i propri difetti nel campionato italiano e adattandosi al maggior tatticismo e sacrificio richiesto in Serie A.
Ecco perché, a differenza di Eriksen che a fatica riuscì ad inserirsi nel 3-5-2 di Antonio Conte, il neo arrivo può diventare fin da subito una pedina fondamentale nello scacchiere dell’ex tecnico della Lazio. Inzaghi infatti quasi sicuramente proverà a trasformarlo come fece negli anni scorsi con Luis Alberto, arretrando di qualche metro il suo raggio d’azione e facendolo diventare una mezzala di grande livello. I numeri sono dalla parte di Calhanoglu, sia dal punto di vista dell’età che delle caratteristiche che ha senza essersi mai cimentato a tutti gli effetti nel ruolo.
Le premesse per sorprendere e fare bene ci sono tutte quindi, anche se ora tocca alla mano del tecnico far evolvere il ragazzo e portarlo allo step successivo. Certamente non stiamo parlando di un ibrido tra Gattuso e Van der Vaart come caratteristiche, ma la sua doppia valenza è senza dubbio qualcosa che affascina molto Simone Inzaghi. L’unica incognita su cui si potrebbe lavorare ulteriormente è la tenuta mentale, pecca che a volte emerge e sembra rendere il centrocampista spaesato e spaventato in determinati frangenti. L’entusiasmo del mister è evidente per la presenza del giocatore e le prime uscite stagionali potranno dire molto sul suo ruolo nella nuova Inter targata Inzaghi. Una cosa però è certa: nella mente del tecnico, la sua arma segreta per difendere lo scudetto è proprio l’ex rossonero.
La rivelazione dell'ex centrocampista dell'Inter
Cosa sta succedendo all'attacco dell'Inter
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Le parole del centrocampista turco