Poco meno di 100 giorni. Questo l’arco di tempo a disposizione di Simone Inzaghi per guadagnarsi la conferma sulla panchina dell’Inter. Secondo La Repubblica, il futuro del tecnico piacentino passa dal finale di stagione e, in particolare, dal cammino europeo. In caso di esonero, i primi due nomi della lista sono Thiago Motta e Juric.
GIORNI DECISIVI – Come detto, i prossimi tre mesi saranno decisivi. Anzi, lo sarà soprattutto la prossima settimana. Il motivo è piuttosto chiaro: l’ottavo di ritorno di Champions League con il Porto. L’eventuale qualificazione ai quarti di finale vale una bella fetta di torta della possibile conferma del tecnico nerazzurro. Oltre ai circa 20 milioni di introiti, il passaggio del turno permetterebbe di rafforzare non poco il brand Inter e, di conseguenza, di aumentare gli incassi futuri. Senza dimenticare il prestigio di tornare tre le migliori otto d’Europa, che ormai manca da addirittura dodici anni. Troppi.
I DUE PIATTI DELLA BILANCIA – Sicuramente la sfida con il Porto peserà parecchio nel giudizio finale su Inzaghi, ma non è tutto. Da un lato la società è soddisfatta per aver conquistato tre trofei – in altrettante finali – in poco più di un anno e mezzo. Anche la doppia qualificazione agli ottavi di Champions – obiettivo mancato dai predecessori, Spalletti e Conte – è certamente un argomento a favore di Simone. Nell’altra metà della luna, però, si trovano lo scudetto perso (se non addirittura buttato) della passata stagione e la distanza siderale dal Napoli capolista. Anche la rigidità nel modulo e nella lettura delle partite non fa impazzire società e tifosi. Insomma, i due piatti a confronto sono sorretti da diverse argomentazioni valide: ecco perché il cammino in Champions può essere l’ago della bilancia.
I POSSIBILI SOSTITUTI – In caso la stagione dovesse avere una deriva negativa, Marotta e Ausilio non vogliono farsi trovare impreparati. Sempre secondo La Repubblica, i primi due nomi in lizza sarebbero Thiago Motta e Juric, due tecnici giovani che stanno attirando parecchi interessi per quanto mostrato rispettivamente con Bologna e Torino. Oltre all’ottimo rendimento con le due squadre allenate, una delle ragioni che potrebbe la dirigenza nerazzurra verso due profili del genere è senza dubbio il modesto ingaggio richiesto da questi due allenatori. E, allo stesso tempo, uno dei motivi per cui invece appare molto più complicato un Conte-bis. Il tecnico salentino, destinato a un quasi sicuro divorzio dal Tottenham a fine stagione, è uno dei più apprezzati dalla tifoseria, ma l’ingaggio pesante e la modalità in cui è avvenuta la rottura post Scudetto non rafforzano – eufemismo – la sua candidatura.
Ma questi discorsi, almeno per il momento, sono ancora prematuri. La stagione nerazzurra è tutta da scrivere: ci sono un secondo posto in campionato da blindare, una finale di Coppa Italia da raggiungere e soprattutto un ritorno tra le migliori otto d’Europa da conquistare. Il futuro di Simone Inzaghi (e dell’Inter) passa dai prossimi 100 giorni.
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