Analisi

Stesso modulo, nuova pelle: c’è la firma di Inzaghi nella nuova Inter

La nuova Inter targata Simone Inzaghi è partita da dov’era rimasta quella vecchia, vincendo le prime due giornate di campionato. La squadra di questa stagione, pur avendo perduto due pilastri come Hakimi e Lukaku, mantiene l’ossatura principale e, sulla carta, lo stesso modulo. Ma, come analizzato da TuttoSport, la squadra in mano all’ex Lazio si comporta in maniera tatticamente molto differente rispetto a quella che ha vinto lo Scudetto.

La squadra di Inzaghi infatti, non dovendo più sfruttare come arma principale gli strappi e le ripartenze di Lukaku ed Hakimi, non ha bisogno di attendere l’avversario , cominciando il pressing solo nella propria metà campo. Ora infatti, con giocatori dalle caratteristiche differenti come Dzeko, cercare di sfruttare la carta delle velocità rischierebbe di essere controproducente. Ecco perché la nuova Inter allora comincia il pressing sul primo possesso avversario, giocando sì sempre in verticale sulla boa, prima Lukaku e ora Dzeko, ma proseguendo poi la manovra in maniera completamente differente. Il belga cercava o di girarsi e partire o di aprire a destra su Hakimi. Dzeko invece appoggia di sponda alle mezzali che poi hanno più opportunità: sganciarsi in avanti, dare palla in verticale a Lautaro o aprire sugli esterni che arrivano a rimorchio.

Marcelo Brozovic (@Getty Images)

L’Inter di Conte poi quando costruiva da manovra ragionata, si trasformava in una sorta di 3-3-4, con gli esterni larghi quasi sulla linea degli attaccanti. Con Inzaghi la situazione è analoga, ma gli altri reparti scalano in maniera differente. Il modulo diventa infatti un 4-2-1-3, con Bastoni e Skiniar da finti terzini, Brozovic che scala all’altezza di De Vrij agendo come un libero vecchio stampo, Dzeko ad agire da trequartista dietro la vera punta, Lautaro Martinez, e i due esterni a salire in linea con Il Toro argentino.

Un centrocampo quindi molto simile sulla carta, anche se differente negli uomini, a quello della Lazio: Barella a fare l’uomo a tutto campo come Milinkovic Savic, Brozovic arretrato come Lucas Leiva e Calhanoglu alla Luis Alberto, più libero di inventare dalla cintola in su. Un’Inter certamente molto diversa da quella che ha vinto lo Scudetto, ma altrettanto pericolosa e forse, equilibrata. Se altrettanto forte e vincente lo dirà solo il tempo, ma una cosa è certa: il tecnico ex Lazio ha già dato la sua impronta alla squadra. Questa non è già più la vecchia Inter di Conte, ma la nuova linea targata Inzaghi.

LA NUOVA ARMA SEGRETA DI INZAGHI>>>

Pietro Magnani

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