Lautaro Martínez è sopravvalutato? È una domanda che si sono fatti in molti tifosi interisti dal suo arrivo in Italia, ma mai come nell’ultimo periodo. Lautaro è stato infatti oggetto di molte critiche visto, in generale, il rendimento sottotono (prevalentemente nel 2022) dell’attacco nerazzurro. Noi di Passione Inter proviamo a dare una risposta più approfondita possibile sul tema.
Iniziamo con il conoscere meglio l’oggetto del nostro discorso. Lautaro Martinez è un attaccante classe 1997 che, il prossimo 22 agosto, compirà 25 anni. Prima di arrivare all’Inter nel 2018, l’argentino è stato protagonista di due ottime stagioni con il Racing Club:
2016/2017 (Racing Club): 19 partite (da titolare), 9 gol
2017/2018 (Racing Club): 26 partite (da titolare), 18 gol e 4 assist
Arriva così, nell’estate del 2018, all’Inter per la cifra di circa 25 milioni di euro. I nerazzurri allora, sotto la gestione di Spalletti, giocavano con un 4-2-3-1: un modulo che prevede appunto l’uso di un’unica punta. Lautaro partiva così indietro nelle gerarchie, il titolare era Mauro Icardi. Sappiamo però tutti che nella seconda parte di quella stagione, Maurito verrà poi escluso dalla rosa. Il Toro prende così il suo posto raccogliendo il bottino di 9 gol e 2 assist in 17 partite da titolare.
Nelle successive due stagioni, con Antonio Conte, avviene la definitiva esplosione dell’argentino in tandem insieme a Lukaku:
2019/2020 (Inter): 43 partite (da titolare), 21 gol e 6 assist
2020/2021 (Inter): 38 partite (da titolare), 19 gol e 7 assist
Dal 2016 ad oggi, Lautaro ha praticamente sempre giocato come punta. Al Racing si posizionava, principalmente, in un attacco a due dove spesso faceva coppia con Lisandro Lopez. Nel 2019 poi, come sappiamo, giocò come unica punta nel 4-2-3-1 di Spalletti per poi tornare in una coppia a due prima con Lukaku e, poi, con Dzeko quest’anno.
Con l’Argentina però la storia cambia: infatti Lautaro viene schierato quasi sempre come punta con, a supporto, i vari Messi, Di Maria dimostrando quindi anche una certa duttilità nei compiti offensivi che gli vengono assegnati.
Il peso specifico del giocatore Lautaro si misura anche con il suo rendimento in Nazionale. L’attaccante infatti si è imposto fin da subito (dall’esordio del marzo 2018) con la maglia dell’Albiceleste:
2018 (Argentina): 2 partite (da titolare), 1 gol
2019 (Argentina): 11 partite (da titolare), 8 gol
2020 (Argentina): 4 partite (da titolare), 2 gol e 1 assist
2021/2022 (Argentina): 14 partite (da titolare), 8 gol, 3 assist
Giocare titolare in una Nazionale come l’Argentina non è una cosa da sottovalutare, anzi. É forse l’elemento che ci fa capire ancora meglio la caratura di Lautaro Martinez.
L’arrivo di Inzaghi in panchina – e il contemporaneo addio di Lukaku all’Inter – hanno leggermente cambiato i compiti offensivi di Lautaro. Le heatmap delle due stagioni ci possono aiutare in questo senso:
Dalle due heatmap, vediamo come la densità vicino all’area di rigore sia diminuita rispetto lo scorso anno. Lautaro è molto più propenso a venire in mezzo al campo a prendere la palla. Tanto che nella scorsa stagione, l’argentino toccava in media (a partita) 7.30 palloni nell’area offensiva; quest’anno il dato è invece di 6.84: praticamente tocca quasi un pallone in meno a partita nell’area di rigore avversaria.
Lautaro è quindi sì chiamato a una maggiore finalizzazione nell’Inter di Inzaghi (i tiri verso la porta sono aumentati di 0,30 in media a partita) ma è chiamato anche una partecipazione più massiccia nella costruzione del gioco. Che alla fine è stato ed è il mantra del tecnico piacentino quest’anno.
Lautaro è un giocatore prevalentemente d’area di rigore, contrariamente a quello che dicono in molti. In questi anni ha segnato tanto, nonostante si dica che non l’abbia fatto. In media ha sempre raggiunto i 20 in stagione: sia con Lukaku (che dominava e “oscurava” in un certo senso Lautaro sotto porta) e sia con Dzeko e Inzaghi dove, come abbiamo visto, Lautaro è chiamato anche a un lavoro di costruzione.
Il succo del discorso è che Lautaro è un giocatore che ha dimostrato di essere al top del livello europeo. Ha segnato in tutti i club in cui ha giocato (e tanto), si è imposto anche in una Nazionale fortissima come quella dell’Argentina (fin da subito) ed è un attaccante completo, con ampi margini di crescita.
In questo report, realizzato da Passione Inter, è possibile vedere diversi dati. Il valore assegnato ad ogni statistica rappresenta la percentuale di attaccanti (nei top-5 campionati europei) che registra dati peggiori di Lautaro in quella specifica statistica.
Se per esempio guardiamo alla voce dei “Tackle più interventi” Lautaro ha un valore di 91: questo vuol dire che l’argentino è nell’9% percento migliore di quel dato. Tradotto: Lautaro è tra i migliori in Europa nell’intervenire, nonostante sia un attaccante.
La risposta è sì. L’argentino è uno dei migliori prospetti in giro per l’Europa dal punto di vista dei centravanti. Non ruberà l’occhio come per esempio Haaland, ma è anche vero che stiamo parlando di due tipi di giocatori diversi (entrambi però di livello top). E soprattutto, Lautaro ha dimostrato di sapersi adattare in ogni tipo di contesto in cui ha giocato: con moduli, tecnici e compagni diversi.
Il numero dei gol è leggermente inferiore ai top-scorer in Europa, ma l’apporto che dà alla squadra è incredibile e impareggiabile.
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