L’Inter è campione d’Italia per la ventesima volta e, come spesso succede quando si arriva al termine di un percorso memorabile, lo sguardo si proietta anche sul passato e su come si sia arrivati al traguardo. Ecco dunque quelli che secondo noi sono state le cinque svolte della stagione nerazzurra in Serie A.
16 settembre 2023, Inter e Milan arrivano al derby dopo la sosta di settembre appaiate in classifica a punteggio pieno: 9 punti a testa, tre vittorie in altrettante giornate di campionato. La sensazione che (ancora) serpeggia fra gli addetti ai lavori è che il mercato abbia apportato miglioramenti superiori nei rossoneri rispetto ai nerazzurri. Il campo dirà tutt’altro. Quel giorno Simone Inzaghi batte Stefano Pioli 5-1 e quel numero, il cinque, non è affatto casuale: l’Inter batte il Milan per la quinta volta consecutiva, tutte nel 2023 e in tre competizioni differenti, dimostrando la superiorità cittadina ancora una volta e lanciando un segnale roboante all’intero campionato. La Beneamata è spettacolare: Mkhitaryan sigla una doppietta, Thuram fa il fenomeno con un gol clamoroso, Calhanoglu fa godere l’Inter su rigore da ex e Frattesi la chiude nel delirio di San Siro.
29 ottobre 2023, è uno dei giorni più attesi della stagione: l’Inter sfida Romelu Lukaku e la sua Roma per la prima volta dopo il grande tradimento estivo che ha cambiato faccia al mercato nerazzurro. Quello che non tutti sapevano, forse, è che quella decisione del belga si rivelerà sì uno spartiacque, ma in positivo per la stagione dei futuri campioni d’Italia. San Siro si prepara ad accogliere l’ex numero 9 dotandosi di fischietti multipli. Il problema è che si rivela una spesa inutile, perché vengono utilizzati pochissimo: Lukaku non la vede mai contro Acerbi, l‘Inter domina e segna Thuram, chiudendo un cerchio e la storia fra Romelu e l’Inter. Già, perché con il belga in rosa, il francese non sarebbe stato titolare e probabilmente non avrebbe raggiunto gli standard e i picchi toccati in questa stagione. L’intesa con Lautaro è spettacolare, il Toro lo abbraccia colmo di gioia a fine partita e l’immagine sancisce l’inizio di una nuova era. Vincente.
6 gennaio 2024, paura e delirio a San Siro nel giorno dell’Epifania. L’Inter è sotto tono fisicamente, è reduce dal pareggio di Marassi contro il Genoa, sembra che Simone Inzaghi abbia svolto un richiamo di preparazione per arrivare al top della forma nelle partite successive (mossa azzeccata, non c’è che dire). I nerazzurri passano con Lautaro al ritorno in campo dopo due gare ai box, ma il Verona la pareggia a un quarto d’ora dalla fine con Henry dopo una palla persa da Arnautovic. L’austriaco si mangia altri due gol, San Siro si dispera ma poi ci pensa Frattesi, come tre mesi dopo a Udine, nei minuti di recupero avventandosi sulla respinta del portiere. Il bello però deve ancora arrivare: minuto 100, fallo di Darmian, l’arbitro viene richiamato al Var, calcio di rigore, ancora Henry che si presenta sul dischetto, palo, ribattuta, fuori. Sono i famosi segnali, quei momenti che ti fanno comprendere: non solo siamo i più forti (l’Inter a gennaio lo aveva già “intuito”, diciamo), ma se deve girare bene gira bene. È festa grande, perché con un pareggio ci sarebbe stato l’aggancio della Juventus in vetta. I bianconeri restano a -2.
Sarebbe facile citare la partita successiva, quella che vede l’Inter battere la Juventus nello scontro diretto dominando più di quanto non racconti l’1-0 finale. Qui però vogliamo parlare di un altro 1-0, forse più pesante, che risale a sette giorni prima. 28 gennaio 2024, l’Inter questa volta sotto i bianconeri ci è finita, ma soltanto per la partita in meno disputata a causa del viaggio in Arabia Saudita, dove è andata a vincere la Supercoppa. I bianconeri hanno piazzato il sorpasso virtuale battendo il Lecce, ma il giorno prima si sono fermati inopinatamente in casa contro l’Empoli, salendo solo a +2. Ciò garantisce ai nerazzurri di poter controsorpassare, vincendo in casa della Fiorentina. Compito arduo, per vari motivi: la qualità dell’avversario, la fisiologica stanchezza dopo la traversata in Medio Oriente, ma soprattutto le assenze di due terzi del centrocampo titolare, ovvero Barella e Calhanoglu squalificati. Ma all’Inter tutto questo non interessa e passa in vantaggio – come al solito – con Lautaro, poi soffre, subisce un rigore perché Sommer la “sforicchia” ma non la prende, ma poi Nico Gonzalez si fa ipnotizzare dallo svizzero. +1 in classifica con una gara in meno, vittoria dal peso specifico immenso.
Battuta la Juventus, il 10 febbraio 2024 l’Inter fa visita alla nuova Roma di Daniele De Rossi cercando conferme alla superiorità dimostrata fino a quel momento rispetto a ogni rivale. I giallorossi sono imbattuti da quando hanno esonerato Mourinho, l’Inter non subisce gol da un mese fra tutte le competizioni. L’avvio è incoraggiante, perché Acerbi zittisce l’Olimpico. Poi, però, la Roma la ribalta con Mancini ed El Shaarawy, andando all’intervallo in vantaggio. Situazione inedita, per l’Inter. Nel secondo tempo, però, la prova di forza è letteralmente spaventosa: i nerazzurri (ri)scendono in campo con una grinta pazzesca e annichiliscono gli avversari, vincendo 4-2. Quel giorno, la squadra di Simone Inzaghi capisce definitivamente che, se gioca al 100%, può battere chiunque e dovunque. Un po’ il film e il riassunto di un campionato e di un’Inter che non dimenticheremo mai. Quella della seconda stella.
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