L’Inter non farà mosse in attacco: ma è davvero un reparto completo?
Le recenti amichevoli, come di consueto, hanno sollevato parecchi dubbi nei tifosi più ansiosi e scettici. Le alternative in attacco per l’Inter infatti non sembrano all’altezza e molti iniziano a rimpiangere di aver lasciato Dybala alla Roma. Ma, razionalmente, come è messa l’Inter in attacco? Manca veramente qualcosa o il reparto è completo e va solo rodato?
Un particolare che in molto sottovalutano è che la coppia titolare è già decisa e sarà il duo dei sogni (e dell’ultimo Scudetto) Lukaku-Lautaro. I due si intendono a meraviglia da sempre e soprattutto sono complementari. Quando uno fa la sponda, l’altro va in profondità e viceversa. Un duo molto più amalgamato rispetto a quello dello scorso anno con Dzeko.
Effettivamente, tornando all’amichevole dello scorso sabato persa dall’Inter per 1-0 in casa del Lens, il cambio di passo della squadra è stato evidente quando a mezz’ora dalla fine la coppia titolare Dzeko-Correa ha lasciato il campo per fare spazio alla LuLa. Se il belga ha subito aggiunto quella profondità che alla squadra di Inzaghi è mancata nella passata stagione, l’argentino è stato sicuramente il più pericoloso tra gli attaccanti nel match con le sue incursioni dentro l’area avversaria.
Partendo dal presupposto che Lautaro e Lukaku saranno i titolarissimi di Simone Inzaghi per la prossima stagione, poter avere due riserve di lusso come Correa e Dzeko non è affatto male. Sicuramente un upgrade rispetto alla scorsa annata, quando al fianco del Toro, come accennato in precedenza, vi era il bosniaco, con il Tucu e Sanchez pronti dalla panchina a subentrare.
In un campionato tanto competitivo come quello italiano, poi, inevitabilmente per misurare la forza di un reparto avanzato va mosso il paragone con quello delle formazioni rivali che contenderanno il titolo ai nerazzurri.
Il Milan, ad esempio, per il modulo utilizzato giocherà ancora una volta con un solo numero ‘9’, una maglia che Giroud e Origi si contenderanno di domenica in domenica, in attesa del ritorno di Ibrahimovic per gennaio 2023. In una trequarti ancora da completare per i rossoneri, chi fa più paura è chiaramente Rafa Leao, eletto miglior calciatore dell’ultima Serie A dopo l’annata della definitiva consacrazione.
Discorso diverso per la Juventus, probabilmente la formazione qualitativamente più dotata in avanti insieme all’Inter, la quale avrà Vlahovic come centravanti titolare, supportato nel tridente bianconero da Chiesa e Di Maria. L’impressione è che i bianconeri dovranno però lavorare ancora sul mercato per allungare la rosa, specialmente in avanti dove Kean e Cuadrado sono al momento le uniche riserve.
Passiamo ora alla Roma, una delle squadre più attive in questa sessione estiva. I giallorossi potrebbero potenzialmente presentarsi ai nastri di partenza con un attacco di tutto rispetto: Dybala, Zaniolo e Pellegrini alle spalle di Abraham. Ma anche in questo caso, oltre ad un quartetto formidabile di titolari, non segue una panchina (Shomurodov, Felix Afena-Gyan, Perez, El Shaarawy) dello stesso calibro che in una stagione così densa potrebbe rivelarsi fondamentale.
In un Napoli rivoluzionato dal mercato, Spalletti dovrebbe rilanciare il 4-2-3-1 puntando tutto ovviamente su Victor Osimhen, spalleggiato dal georgiano Kvaratskhelia, Zielinski e Lozano. Gaetano e Zerbin, di rientro dai prestiti in Serie B, potrebbero rivelarsi delle sorprendenti alternative sulla trequarti, mentre Politano dovrebbe andar via. Se Elmas rimarrà come jolly alle spalle della punta, la partenza di Petagna potrebbe favorire l’arrivo di Simeone come vice Osimhen.
Infine, per completare il quadro delle prime sei formazioni dello scorso campionato, impossibile non menzionare la Lazio. La squadra di Sarri anche quest’anno sarà dotata di un reparto offensivo di tutto rispetto, con il solito Immobile come prima punta davanti a Zaccagni e Felipe Anderson. In attesa di un vice Immobile, Cancellieri insieme a Pedro rappresentano della valide soluzioni dalla panchina per le corsie esterne.
Per concludere, scrutando le prime sei squadre della classifica della scorsa stagione, è evidente che – tutto sommato – il livello dei rispettivi titolari in attacco sarà alto. A fare la differenza, però, potrebbe essere la capacità delle ‘riserve’ di saper incidere anche a partita in corso. E in questo senso, la presenza del talento di Correa e della grande esperienza di un centravanti come Edin Dzeko (13 reti nell’ultimo campionato), potrebbero dare all’Inter qualcosa in più sul lungo periodo rispetto alle alternative delle avversarie ad oggi probabilmente ancora indietro.