FOCUS – L’Inter ha il dovere di arrivare almeno quarta. Ecco perché…
La lotta per il terzo posto si fa sempre più infuocata, ma nel frattempo l'Inter ha il dovere di arrivare almeno quarta. Cerchiamo di capire insieme il perché di questo "obbligo".“Una boccata d’ossigeno”, questo ha rappresentato la vittoria ottenuta contro la Sampdoria per l’Inter di Roberto Mancini. Tre punti ottenuti con una prestazione non certo scintillante, figlia della grande paura che in questo momento attanaglia la squadra: l’ultimo mese e mezzo infatti, è stato devastante dal punto di vista psicologico ed ha minato tutte le certezze costruite nel corso della prima parte di stagione.
Considerate dunque le premesse, conquistare i tre punti contro la Sampdoria di Montella è stato molto importante. La sfida di sabato scorso rappresentava un punto di non ritorno per la stagione nerazzurra: non vincere avrebbe definitivamente spento ogni sogno di gloria, con il risultato di vedere conclusa anzitempo l’ennesima stagione. La vittoria ottenuta consente invece di mantenere accesa la fiammella chiamata “terzo posto“, sicuramente molto difficile da raggiungere, ma non impossibile, almeno non per ora.
Il prossimo turno di campionato contribuirà a rendere meno nebulosa la situazione intorno a quel benedetto ultimo gradino del podio, tanto importante per le sorti dell’Inter e non solo. La ventisettesima giornata di campionato infatti, ha in programma Juventus-Inter e Fiorentina-Napoli: due partite che potrebbero dirci molto sul futuro delle squadre coinvolte nella lotta Champions.
La bagarre per la qualificazione alla massima competizione continentale vede coinvolte Fiorentina, Roma, Inter e Milan: 4 squadre per un solo posto a disposizione. Non manca dunque la concorrenza per l’Inter di Mancini, che però, al di là dell’effettivo raggiungimento o meno del terzo posto, ha un dovere ben preciso: quello di arrivare davanti alla Fiorentina e al Milan.
Al netto del momento complicato vissuto dai nerazzurri, la rosa a disposizione di Mancini è sicuramente superiore a quelle allenate da Paolo Sousa e Sinisa Mihajlovic. Discorso diverso invece va riservato al confronto con la Roma: Spalletti può contare su calciatori di qualità sicuramente superiore rispetto a quelli che ogni giorno si allenano ad Appiano Gentile.
Ciò che aveva permesso all’Inter di restare a lungo davanti ai giallorossi, erano stati i grossi problemi che la squadra capitolina aveva dovuto affrontare sotto la guida Garcia. Probabilmente con il tecnico francese si era rotto qualcosa all’interno della squadra, con una Roma assolutamente incapace di avere un rendimento in linea con il proprio valore.
Con il cambio di guida tecnica però, le cose sono radicalmente cambiate ed in casa romanista sembra essere tornato il sereno. Se la Roma non farà harakiri e non si creerà problemi da sola – vedasi il caso Totti – sarà difficile sottrarle quel terzo posto che per valore tecnico sembra spettarle.
Se dunque le prime tre posizioni dovessero consolidarsi, finendo per essere conquistate da Juventus, Napoli e Roma, il dovere della squadra nerazzurra dovrà essere quello di vincere il “campionato delle altre”. Arrivare nei primi tre posti infatti, significherebbe andare oltre le proprie possibilità, riuscendo a realizzare qualcosa di davvero importante. Il raggiungimento del quarto posto invece sarebbe in linea con il valore della squadra. Conquistare l’immaginaria medaglia di legno non sarebbe di certo sufficiente a far tornare il sorriso sui volti dei tifosi nerazzurri, ma rappresenterebbe un primo passo verso la faticosa ricostruzione.
In caso contrario sarà difficile giustificare un campionato chiuso dietro a squadre che per valore tecnico sono sicuramente inferiori all’Inter. Anzi, forse a quel punto la spiegazione sarebbe fin troppo semplice da trovare. Senza compiere alcun volo pindarico infatti, basterebbe cercare la risposta nel diverso apporto dato dai rispettivi tecnici: una risposta di certo “poco simpatica” per Roberto Mancini…