Il paradosso di Lukaku: segna il gol qualificazione, ma la riconferma si allontana
Sua la rete che regala ai nerazzurri il ritorno tra le migliori 8 d'Europa, eppure il futuro sembra lontano da Milano
Alla fine, almeno per il momento, è stato suo il gol più pesante della stagione nerazzurra. Inter-Porto, andata degli ottavi di Champions, minuto 86: Romelu Lukaku, al limite dell’area piccola, spedisce in porta il pallone respinto dal palo e firma l’1-0. Lo si capisce subito: è una rete pesantissima. Ma con il senno di poi, alla luce di quanto accaduto nella gara di ritorno, è un gol ancora più decisivo di quanto si potesse pensare a caldo. Eppure, nonostante sul pass per tornare nel G8 d’Europa ci sia inciso il volto di Big Rom, il futuro del gigante belga sembra sempre più lontano da Milano.
STAGIONE DELUDENTE – Le parole di Marotta nel pre partita sono state piuttosto chiare: “Sottolineo come il prestito sia stato fatto per una stagione, quindi il 30 giugno torna al Chelsea“. Almeno per ora, potremmo aggiungere. L’idea quando è (ri)sbarcato in Italia l’estate scorsa era tutt’altra, il suo rendimento però è stato nettamente al di sotto delle aspettative. Solo 5 gol in 18 presenze e appena due partite giocate per intero tra tutte le competizioni: numeri che certificano la stagione deludente di un – se non il principale – trascinatore nell’anno dello Scudetto. Gli infortuni e la sosta Mondiale – un altro flop – gli hanno impedito di avere una certa continuità, una delle condizioni necessarie affinché Big Rom potesse rendere al meglio. Ma questo non può giustificare la versione sbiadita dell’attaccante che ha dominato la Serie A nel biennio con Antonio Conte.
QUANDO CONTA DAVVERO, RESTA IN PANCHINA – Dopo la piccola ricaduta di inizio gennaio, Lukaku si è ripreso del tutto ed è tornato definitivamente a disposizione di Inzaghi. Si pensava che quello fosse il punto di svolta nella stagione sua e dell’Inter: il passaggio di testimone con Dzeko nell’undici tipo titolare sembrava una formalità. E invece no. Il bosniaco è rimasto il centravanti da affiancare a Lautaro nelle sfide decisive, il derby con il Milan e il doppio confronto con il Porto lo dimostrano, mentre il belga è diventato una riserva da inserire a gara in corso o dal primo minuto nelle partite “minori”. Nemmeno il gol pesantissimo all’andata con i portoghesi ha cambiato le carte in tavola. E forse una punta con le sue caratteristiche, in grado di difendere palla con il fisico statuario e devastante in ripartenza, sarebbe stata più utile e funzionale in un match come quello di ieri. Ma non è bastato per convincere il tecnico nerazzurro a dargli una chance.
Ed è così che arriviamo al paradosso di Lukaku: realizza la rete – almeno per il momento – più importante dell’anno, quella che permette all’Inter di tornare tra le migliori otto d’Europa, ma la sua riconferma è sempre più in salita e il suo futuro appare ogni giorno più lontano lontano da Milano. A meno che, negli incontri decisivi da qui a fine giugno, non ripeta quanto fatto con il Porto: segnare il gol più pesante della stagione nerazzurra. E allora, in quel caso, si vedrà.
L’opinione di Passione Inter
Tra prestito oneroso e stipendio, Lukaku in questa stagione è costato all’Inter poco meno di 20 milioni di euro. Troppi, per quanto visto sul campo. Sicuramente il ricordo di Big Rom nel biennio con Conte evoca i ricordi felici ai tifosi nerazzurri, quindi la speranza che possa quantomeno riavvicinarsi ai quei livelli rimane. Ma non alle cifre attuali. Se però dovesse esserci uno sconto da parte del Chelsea e il belga migliorasse le prestazioni da qui a fine campionato, allora forse si potrebbe pensare di puntare nuovamente su di lui. Ma solo al verificarsi di queste due condizioni.