Mourinho all’Inter: PRO e CONTRO al ritorno dello Special One
Il nostro approfondimento sul tecnico portoghese
Nelle scorse settimane è nuovamente stato accostato all’Inter il nome di un grande ex. Stiamo parlando di José Mourinho, il quale – secondo quanto riportato da la Repubblica – a fine stagione potrebbe effettivamente lasciare la Roma. Da anni viene invocato il suo ritorno alla guida della panchina nerazzurra, dopo la strepitosa esperienza biennale culminata con la vittoria della Champions League e con lo storico Triplete.
Dopo gli ultimi risultati ottenuti in campionato, Simone Inzaghi ha acceso un bel campanello d’allarme sul suo futuro. Nonostante l’ottimo percorso realizzato anche quest’anno nelle coppe, in dirigenza si è iniziato a riflettere anche ad un possibile cambio al comando al termine della stagione. Ad oggi sarebbe comunque sbagliato considerare il tecnico totalmente fuori dall’Inter, visto che la sua permanenza sarà soprattutto legata alla qualificazione in Champions League.
Tornando al nome di Mourinho sembra poter essere una pista concreta per i nerazzurri, sebbene ad oggi non siano ancora arrivate conferme dirette. Analizziamo dunque pro e contro del possibile ritorno dello Special One come allenatore dei nerazzurri.
Partiamo dai costi e dall’ingaggio da 7 milioni di euro percepito da José Mourinho nella capitale. In realtà, considerando i benefici del Decreto Crescita, lo stipendio lordo del tecnico sarebbe molto simile a quello versato per Inzaghi, legato all’Inter da un altro anno di contratto. Non va sottovalutata inoltre la concorrenza sull’allenatore, accostato in Europa ad altre big come Paris Saint Germain e Real Madrid.
Passiamo adesso all’aspetto tattico, dove rispetto ad Inzaghi ha sviluppato una filosofia totalmente opposta. Innanzitutto il sistema difensivo potrebbe tornare a quattro, nonostante anche a Roma abbia utilizzato una linea a tre. Mentre a livello di qualità l’Inter potrebbe fare un passo indietro, considerato il gioco poco brillante dei giallorossi.
Nella gestione dei calciatori Mourinho ha spesso utilizzato ‘il bastone e la carota’, arrivando in molti casi ad una rottura definitiva. Anche sul piano tecnico la sua gestione nell’ultimo anno e mezzo ha portato ad un’involuzione di diversi calciatori: Pellegrini non segna su azione dal 2021, Zaniolo è stato ‘cacciato’ anche per demeriti propri, con Karsdorp si era arrivati ad una rottura. Belotti non ha reso secondo le aspettative, mentre Kumbulla non è stato valorizzato al meglio.
Per ultimo, prima di passare ai ‘pro’, il rischio che un ritorno fallimentare possa ‘macchiare’ il ricordo che i tifosi conservano gelosamente di Mourinho.
Passiamo ora ai possibili vantaggi che il ritorno di Mou potrebbe portare. Iniziamo dalla personalità del portoghese, vero punto di forza della sua leadership in panchina. In un ambiente alla ricerca costante di un uomo carismatico che sappia caricarsi di responsabilità per proteggere lo spogliatoio, avrebbe ampio margine di manovra.
Dal suo ritorno in Italia ha ricevuto parecchie critiche, accusato di essere un allenatore ‘bollito’. Alla prima stagione alla Roma ha però centrato un trofeo che da quelle parti mancava da 14 anni, mentre quest’anno si ritrova in piena lotta per un posto in Champions e agli ottavi di finale di Europa League dopo la rimonta sul Salisburgo.
Mourinho rimane pur sempre Mourinho è il suo potere attrattivo è immutato negli anni. A livello mediatico continua ad essere uno degli allenatori più affascinanti in circolazione, capace di saper convincere un talento puro come Paulo Dybala ad accettare la sfida della Capitale anche con un ingaggio inferiore a quello inizialmente richiesto.