L’Inter ha vinto la sua ottava Supercoppa Italiana, la terza consecutiva per la prima volta nella storia nerazzurra e lo ha fatto, a differenza delle edizioni 2021 e 2022 vinte contro Juventus e Milan, spalmando il trionfo su due partite.
La gara contro la Lazio in semifinale resterà nella memoria dei tifosi della Beneamata a lungo: un calcio paradisiaco, produzione offensiva copiosa e rischi difensivi pari a zero, grazie a un controllo della partita costante, a scambi, triangolazioni e cambi di gioco perpetui che hanno mandato letteralmente al manicomio la squadra di Sarri.
Contro il Napoli, invece, il copione è stato diverso. Per due ordini di motivi, probabilmente: il primo è la fisiologica stanchezza accumulata e acuita dall’anomalia di preparare una finale in due giorni e mezzo; il secondo è la capacità tattica di Mazzarri di bloccare alcune fonti di gioco nerazzurre, coprendo bene il campo con una disposizione diversa rispetto a quella biancoceleste.
I dati delle due gare, in ogni caso, testimoniano come l’Inter d’Arabia abbia strameritato di portare il trofeo a Milano e c’è un numero, in particolare, che racconta la Supercoppa dominante giocata dagli uomini di Simone Inzaghi. Ma andiamo per ordine, supportandoci con i dati delle due partite.
Citeremo, anche per motivi di sintesi, quelli che riteniamo più indicativi e significativi: i tiri totali, i tiri in porta, le occasioni da gol, i corner, i passaggi riusciti, il possesso palla e le parate.
Ciò che emerge, come dicevamo, fa abbastanza impressione. E fa impressione se teniamo conto che l’Inter affrontava due squadre che in media (soprattutto il Napoli) producono tanto. I nerazzurri hanno totalizzato ben 45 tiri con 13 in porta, doppiando gli avversari in termini di passaggi riusciti, dominando nel possesso della sfera e stracciando le formazioni di Sarri e Mazzarri in quanto a occasioni da gol.
Ma è quel che è stato concesso, ed è una conseguenza di quanto prodotto, a fare impressione. Il numero pazzesco, che balza subito all’occhio, è quello sui tiri in porta subiti: 1, uno solo. Quello di Kvaratskhelia all’inizio della ripresa in finale, respinto da Sommer in calcio d’angolo. Anche questo, l’unico concesso in 180 minuti più recuperi. Stop.
C’è altro da dire, c’è discussione su espulsioni varie che tenga, di fronte a numeri così? Veni, vidi, vici. Questo ha fatto l’Inter in Arabia Saudita, mostrando al mondo l’identità e i principi di gioco instillati da Simone Inzaghi.
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