Perché l’Inter ha esultato “come se avesse vinto la Champions League”
E no, non c'entra il derby
I tifosi dell’Inter che ieri sera non si sono fatti sopraffare dalle loro stesse urla e seguivano la partita su Sky Sport, si saranno accorti di una particolare esternazione di Luca Marchegiani subito dopo il gol di Davide Frattesi. La seconda voce di Udinese-Inter ha affermato, con tono stupefatto e quasi perplesso: “L’Inter esulta come se avesse vinto la Champions League…“. Una frase legittima, per carità, ma forse fuori posto per contesto e tempismo, ribadita tra l’altro anche stamattina dal Messaggero Veneto.
Detto che ogni squadra è libera di esultare come e quanto vuole per ogni gol, nei limiti del regolamento, troviamo grottesco che un tale stupore accompagni la rete siglata nei minuti finali da parte di un gruppo che si accinge a vincere lo scudetto. Certo, non si trattava mica di fastidio, crediamo alla buona fede di chi lo ha scritto e detto. Il ragionamento alla base doveva essere qualcosa come: “L’Inter ha praticamente vinto lo scudetto da tempo, non lo ha vinto mica stasera…“.
Il problema (per gli altri) è che questa Inter non ha mai dato per scontato nessun traguardo e forse soltanto ieri sera ha realizzato di avere la penna in mano per mettere la firma sulla storia. Chiariamolo subito: in quell’esultanza non c’è nulla di direttamente collegato alla possibilità di vincere lo scudetto nel derby. Piuttosto, questa squadra ha imparato sulla propria pelle due anni fa – scottandosi – quanto esiziali possano essere gli effetti della presunzione, del sentirsi più forti e del pensare di aver già vinto. È questo il segreto, questo il cambiamento che deriva da esperienze traumatiche e su cui si fonda questo storico successo in arrivo. L’Inter ha affrontato ogni singola partita di campionato con la stessa voglia e la stessa umiltà: le 26 vittorie su 31 arrivano da lì, non dalla grazia divina.
L’Inter ha esultato “come se avesse vinto la Champions League” perché, nonostante due anni in cui ha mostrato ottime cose con Simone Inzaghi alla guida, non è mai riuscita a ottenere il bersaglio grosso, andandoci vicinissima, prima in Italia e poi in Europa. E forse quella finale, quella Champions League, meritava di vincerla per quanto espresso in finale e di esultare sul serio. Sono bocconi amari che hanno fatto da propulsori motivazionali, con i quali l’Inter ha tramutato la delusione in ambizione e ha vissuto il campionato attuale. Ed è giusto che così lo viva fino in fondo, fino all’ultima partita, anche dopo la matematica.
L’Inter ha esultato “come se avesse vinto la Champions League” perché – nonostante venga dipinta come una squadra che “non poteva non vincere” – ogni estate da tre anni a questa parte ha sempre vissuto situazioni complicate fra cessioni, attivi di mercato e saldi zero. Mentre gli altri investivano più di 100 milioni o scoppiavano in grasse risate per aver soffiato difensori all’Inter tirando fuori 50 milioni, salvo poi dire “sono loro i favoriti!“. Questa squadra è qui grazie al lavoro del suo allenatore e del suo gruppo, con i tifosi migliori al mondo e una dirigenza di costante supporto: tutti questi elementi hanno creato un blocco unico che oggi sta scrivendo la storia dell’Inter e del calcio italiano.
L’Inter ha esultato “come se avesse vinto la Champions League“, infine, perché sa di essere arrivata quasi all’esaurimento delle energie, com’è fisiologico che sia dopo un cammino di tale livello e come si evince dal rendimento di alcuni uomini brillanti nei mesi scorsi e meno allo stato attuale. Ma nonostante questo vuole continuare a vincere, perché si è abituata a farlo e non riuscirci la fa stare male. E così, se ci riesce all’ultimo minuto di una partita dura, vedendo il traguardo sempre più nitido all’orizzonte, la felicità sgorga naturale in un immenso urlo di gioia. Il nostro. Ma questo Marchegiani e il Messaggero Veneto non lo sanno. O forse lo sanno fin troppo bene.