Perché Palladino è innamorato di Valentin Carboni
E cosa deve fare l'argentino per prendersi l'Inter
Dopo il sorprendente successo del Monza contro il Milan (4-2), Raffaele Palladino si è soffermato anche su Valentin Carboni, autore di un’altra ottima prestazione e fra i protagonisti del successo, sebbene non sia entrato nel tabellino. Il tecnico dei brianzoli si è definito addirittura innamorato di Carboni.
L’argentino classe 2005, che nella scorsa stagione ha militato nella Prima Squadra di Simone Inzaghi entrando per alcuni spezzoni nei finali di gara, quest’anno è stato mandato in prestito secco a Monza con l’obiettivo di maturare ed esprimere liberamente il potenziale che tutti, dalle parti di Appiano Gentile, hanno notato in questi anni. Ebbene, si può dire missione quasi compiuta. E il “quasi” ha una valenza esclusivamente temporale, perché i giudizi si fanno a fine stagione, ma finora Valentin Carboni sta convincendo eccome.
La stagione di Valentin Carboni al Monza
L’amore fra Palladino e il canterano dell’Inter è sbocciato subito, come ha ammesso l’allenatore, ma l’argentino ha avuto bisogno di un periodo di apprendistato. Basti pensare che nelle prime 10 giornate ha messo insieme la miseria di 10 minuti in campo, con nessuna apparizione da titolare. Dall’inizio di novembre, tuttavia, per Carboni è cominciata un’altra stagione e Palladino ha cominciato a farlo subentrare con regolarità, una volta accortosi che il processo di adattamento al gioco dei brianzoli (e in generale alla Serie A) stesse prendendo la strada corretta.
A Verona è arrivato il primo assist in Serie A, mentre il 1° dicembre ha assaporato la gioia del gol. Una rete estremamente simbolica, per uno che nell’Inter è cresciuto e all’Inter punta a ritornare: contro la Juventus, nel bel mezzo della lotta scudetto fra nerazzurri e bianconeri. Nella partita successiva, contro il Genoa, ha fatto il suo debutto da titolare e, nelle 10 giornate seguenti, è partito dal 1′ la metà delle volte: situazione radicalmente cambiata rispetto al primo terzo di stagione.
Il punto più alto del suo campionato è stato senza dubbio raggiunto a Frosinone, quando si è rivelato decisivo nel successo per 3-2 dei brianzoli con un altro splendido gol e un assist. Il totale dei minuti stagionali adesso recita quota 664.
Oggi Carboni è quindi una seria opzione per Palladino anche da titolare e il tecnico lo impiega stabilmente nella coppia – di solito insieme a Colpani – dietro all’unica punta, che ieri era Djuric e spesso è Colombo, allì’interno del consueto 3-4-2-1. Di Carboni, l’allenatore apprezza sicuramente la tecnica individuale, un mancino da sogno e la sfacciataggine nel provare conclusioni a prima vista improbabili (ricordate quella nel finale contro la Juventus da 30 metri?), oltre al coraggio nel dribbling. L’argentino sa creare scompiglio fra le linee, si abbassa quando serve per cucire il gioco e attacca l’area avversaria il più delle volte partendo da destra, come dimostra la sua heatmap stagionale.
Carboni e il ritorno all’Inter
L’Inter tiene in seria considerazione Valentin Carboni ed è sicuramente il suo giocatore in prestito che osserva con maggiore attenzione. Un indizio arriva dalla formula prevista in estate, ovvero il trasferimento secco senza neppure un’opzione per il riscatto, ma anche dalla proposta rifiutata dalla Fiorentina sul finire del mercato di gennaio: 20 milioni di euro per un classe 2005 con una manciata di presenze in Serie A prontamente rispediti al mittente.
Il club nerazzurro sta valutando (e valuterà ancora, nei restanti mesi di stagione) se Valentin potrà essere parte integrante del reparto offensivo nel 2024-25, le cui tre certezze oggi sembrano Lautaro, Thuram e Taremi (al posto di Sanchez). Ci sarà da discutere sul futuro di Arnautovic, ma comunque Marotta e Ausilio – visto anche l’enorme numero di partite previste con la riforma delle coppe europee e il Mondiale per Club – potrebbero optare per tenere in rosa cinque attaccanti. E in quest’ultimo caso le porte per Valentin Carboni si spalancherebbero, anche perché manca in rosa un attaccante giovane e con le sue caratteristiche. Alla dirigenza e all’allenatore serve però verificare un’ulteriore crescita dell’argentino in questo finale di stagione: Marotta, Ausilio e lo staff tecnico si attendono che il numero di gol e assist cresca, ma anche che il diamante riesca a “sgrezzarsi” ulteriormente.
Il dubbio è semmai di natura tattica, visto che oggi l’argentino è un ibrido fra trequartista e seconda punta. La giovane età, unita a un anno di esperienza in Serie A, consentirebbe però a Simone Inzaghi di lavorare anche sul suo stile di gioco e sulla definizione del ruolo.
Come dimostra la heatmap, Carboni ama decentrarsi sulla destra ed è così che potremmo immaginarcelo nel 3-5-2 di Inzaghi, ad occupare la casella destra delle due punte, quella che oggi – per intenderci – di solito è appannaggio di Thuram, il quale comunque spesso si scambia con Lautaro. Carboni ci sembra compatibile con tutti e tre i profili d’attacco dell’anno prossimo: girerebbe intorno al connazionale dialogando con lui, cercherebbe Thuram in profondità e si assemblerebbe bene pure con Taremi, attaccante totale che sa occupare l’area ma anche venire incontro a fare da regista offensivo.