Simone Inzaghi ha mosso i primi passi da allenatore nelle giovanili della Lazio scalando le varie categorie fino ad arrivare nel 2014 alla Primavera. I risultati sono stati ottimi: ha riportato la squadra biancoceleste a vincere la Coppa Italia dopo 35 anni. L’anno successivo, nella stagione 2015/2016, ha fatto il bis in Coppa perdendo il campionato Primavera soltanto ai rigori contro il Torino. Nel 2016, in seguito all’esonero di Pioli, Lotito decide di affidargli le chiavi della prima squadra concludendo il lavoro iniziato dall’attuale mister del Milan.
La stagione seguente viene confermato sulla panchina dei “grandi”, anche perché Bielsa decide clamorosamente di rescindere il contratto firmato con la squadra biancoceleste a una settimana prima. Inzaghi fa molto bene e la Lazio di quell’anno finisce quinta dopo aver impressionato tutti durante il campionato. Alla fine di quell’annata c’è un dato interessante: il neo allenatore dell’Inter aveva lanciato ben 6 giocatori dalla Primavera, dalla sua Primavera con la quale aveva raggiunto grandi obiettivi. In particolare, si trattava di: Strakosha, Murgia, Lombardi, Prce, Rossi e Spizzichino. Il primo di questi, lo sappiamo bene, diventerà poi il portiere titolare della Lazio per gli anni a venire.
Inzaghi ha concluso il suo rapporto d’amore con la Lazio dopo 22 anni: in questo tempo, il tecnico piacentino ha fatto esordire ben 17 giocatori Primavera. Una dichiarazione di totale fiducia nei suoi “ragazzi”, ma anche di necessità come scritto qui. Ecco, verrebbe facile pensare che Inzaghi abbia lanciato quei giovani anche perché li aveva allenati nelle giovanili ma il conto finale dice che solo 7 dei 17 totali avevano già lavorato con Inzaghi.
É facile immaginarsi però che all’Inter sarà diverso. Prendiamo d’esempio Dimarco: il terzino ex Verona ha dovuto accumulare gavetta su gavetta prima di poter essere da Inter. Non aspettiamoci quindi 3/4 giovani lanciati con la stessa leggerezza con cui Inzaghi lo faceva alla Lazio. Il club nerazzurro è campione d’Italia, è in Champions League da quattro anni consecutivi. Non c’è tempo per poter lasciare i giovani sbagliare, come sarebbe giusto fare con quest’ultimi. In campo devono scendere giocatori pronti.
Ma se dei talenti giovani fossero già pronti? Beh, la carriera di Inzaghi parla da sé. Dentro senza nessun distinguo d’età. Per questo motivo, il tecnico sta chiedendo ancora tempo alla società per poter esaminare Satriano perché sa che, una volta iniziata la stagione, non ci sarà modo di lasciare errare tranquillamente l’attaccante uruguaiano classe 2001. Se il centravanti nerazzurro dimostrerà di valere l’Inter da subito, Inzaghi sarà pronto a “coccolarlo” e ad aiutarlo nella sua crescita come ha fatto con decine di giovani: a partire da Strakosha fino ai vari Keita Baldé, Felipe Anderson e Milinkovic-Savic.
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