Analizzando gli aspetti negativi dell’operazione, si può partire proprio dalla fine: il costo dell’operazione. Balogun è giovane, ma proprio per questo investire una cifra che potrebbe anche essere superiore ai 40 milioni di euro potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio per i nerazzurri. Lo statunitense è un indubbiamente un talento, ma è anche vero che la scorsa stagione è stata la sua prima da 20 gol. Il tempo è dalla sua parte, ma l’Inter ha bisogno di un titolare. E può assumersi il rischio di investire tanto per una possibile incognita? Soprattutto considerando le finanze risicate.
Anche perché alcuni dubbi potrebbero permanere anche dal punto di vista tecnico. Senza Lukaku e Dzeko, infatti, l’Inter si è privata di due giocatori dalla struttura fisica possente e il passaggio a Balogun potrebbe richiedere un cambio di paradigma molto, forse troppo, drastico. Anche perché Inzaghi ha iniziato a preparare la stagione pensando proprio al ritorno del belga. E Balogun viene da un sistema di gioco completamente diverso, dove ha quasi sempre giocato da prima punta solitaria in un 4-2-3-1.
Il Reims, poi, era una squadra che amava ribaltare il fronte con grandissima rapidità, cercando di cogliere impreparate le difese e in questo era aiutata anche dalla sua natura di “sfavorita”. L’Inter, invece, è una grande squadra e, di conseguenza, si trova spesso ad affrontare avversari abbottonati, che concedono pochi spazi. Le caratteristiche migliori di Balogun, allora, potrebbero venire spesso narcotizzate, demineralizzando il suo gioco.
Al tempo stesso, invece, potrebbero venire fuori alcuni dei suoi difetti: il fisico non eccezionale, una precisione nei passaggi non sempre eccellente e, in generale, una tendenza a soffrire maggiormente le fasi di gara più compassate, in cui il ritmo basso rischia di mandarlo fuori fase. Il tutto, unito al fatto che in Serie A, è noto, c’è spesso bisogno di un periodo di adattamento, che potrebbe metterlo un po’ in seconda linea nelle scelte di Inzaghi.
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