PRO e CONTRO del ritorno di Icardi all’Inter
La nostra analisi sull'ex attaccante nerazzurro
PERCHÉ NO
La prima motivazione contro il ritorno di Icardi è tanto banale, quanto vincolante: il costo. Tra cartellino e stipendio, l’investimento per riportare a Milano l’argentino sarebbe molto alto. L’Inter non può permettersi altre spese sostaziose a gennaio, specie per un giocatore che non sarebbe nemmeno certo di essere titolare.
L’altro motivo, anche questo evidente, è il lato caratteriale. Icardi e l’Inter si sono lasciati molto male, e l’argentino è stato accompagnato alla porta proprio dall’attuale dirigenza, con Marotta in testa. L’ambiente potrebbe anche essere disposto a perdonarlo (e la presenza di uno spogliatoio quasi del tutto rinnovato aiuterebbe), ma il rischio di ritrovarsi una patata bollente da gestire ai primi segni di difficoltà vale la candela? D’altronde, i nerazzurri sono tornati a essere vincenti anche e soprattutto tramite la solidità mentale del gruppo squadra, quella che mancava quando l’argentino vestiva la fascia da capitano.
Infine, c’è il dato tecnico e tattico: Icardi rischierebe seriamente di essere un corpo estraneo all’Inter di Inzaghi. L’argentino è sempre stato poco coinvolto nella manovra offensiva, preferendo isolarsi per larghi tratti della gara, per poi riapparire in area di rigore. Una caratteristica che mai davvero migliorata, che, probabilmente, è stato anche il suo più grande limite per un salto defintivo di carriera. Inzaghi ha già lavorato bene con Immobile, altro attaccante che preferisce la profondità al gioco spalle alla porta, ma il paragone non regge: il capitano della Lazio è comunque più partecipe rispetto a quanto sia mai stato Icardi. Inserire un elemento così nella macchina nerazzurra, che usa molto le sue punte per costruire gioco, rischia di essere controproducente.