Ci sono diversi motivi per cui il ritorno di Sanchez sarebbe controproducente. Il primo, paradossalmente è proprio di natura economica: l’Inter rischierebbe di caricarsi sulle spalle un contratto molto esoso, per un giocatore che, non va dimenticato è vicino ai 35 anni.
E proprio l’età è l’altra grande questione da non sottovalutare. L’Inter sta portando avanti un progetto di ringiovanimento della rosa, che l’ingaggio del cileno frenerebbe in modo consistente. Sanchez è un profilo di grande esperienza, ma non più nel fiore della sua carriera (al netto del buon rendimento nell’ultima stagione). Affidare di nuovo le fortune del proprio attacco a un’ultratrentenne sarebbe una mossa poco lungimirante, viste le ambizioni di alto livello in tutte le competizioni.
Gli ultimi aspetti negativi di un suo ritorno, poi, sarebbero tecnici e comportamentali. Sanchez ha grande personalità, senza dubbio, ma anche poca consapevolezza e scarso realismo sul suo reale status. Non è più un attaccante d’élite già dai tempi dell’Inter; eppure, le sue pretese sono sempre state di questo livello.
Non solo dal punto di vista caratteriale, ma anche nel modo di scendere in campo. Il desiderio di voler sempre essere decisivo, di voler dimostrare di essere un top assoluto, lo ha spesso portato a strafare, specie nella sua ultima stagione nerazzurra. A volte può andare bene (finale di Supercoppa), altre può essere controproducente, tramutandosi in foga (espulsione in Champions League contro il Livepool). L’Inter ha bisogno davvero di affidarsi nuovamente a questa aleatorietà di prestazioni?
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