Il Benfica sta stupendo tutti in Europa, proponendo un calcio moderno, capace di sfruttare al meglio una rosa colma di talento e di giocatori dalla tecnica sopraffina. I portoghesi, allora, sono in grado combinare un pressing alto molto ben organizzato, con una gestione del pallone di alto livello, capace di innescare i giocatori migliori, attraverso interessanti combinazioni, effettuate con precisione e velocità anche in spazi stretti.
Da non sottovalutare l’impatto del tecnico, Roger Schmidt, padre del gegenpressing, sulla panchina dei lusitani da quest’estate. L’allenatore tedesco ha smussato gli angoli della sua filosofia di gioco (nelle prime fasi di carriera arrivò a teorizzare la perdita volontaria del pallone per poi portare più efficacemente e in zona avanzata la riaggressione). In Portogallo, pertanto, sembra aver trovato il giusto compromesso tra i suoi principi di gioco e le caratteristiche della rosa.
Il punto debole del Benfica? Inevitabilmente, la pressione portata molto in alto costringe la difesa a ad avere tanto campo alle proprie spalle e la espone alle ripartenze rapide. La verticalizzazione immediata, allora, potrebbe divenire un’arma molto importante per l’Inter per mettere in difficoltà gli uomini di Schmidt.
La difesa, poi, è aggredibile con traversoni dalle corsie a colpire le spalle dei centrali dove gli inserimenti delle mezz’ali e degli esterni possono essere letali.
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