Quando pensiamo all’interismo, cosa ci viene in mente? Ognuno di noi avrà una risposta diversa ma tutti siamo d’accordo su una cosa: chi gioca con la maglia dell’Inter e dimostra di amare i colori nerazzurri, sarà ricordato per sempre. Andrea Ranocchia rientra in questa categoria speciale.
Ieri il difensore nerazzurro, dopo 226 presenze, ha salutato l’Inter e i suoi tifosi in un commovente addio dal sapore certamente amaro a causa dell’epilogo in campionato: “Speravo di finire in maniera diversa qui – ha detto Ranocchia con gli occhi lucidi ai microfoni di DAZN nel post-partita di Inter-Samp – ma personalmente sono appagato di ciò che ho fatto”. Ranocchia se ne va con la serenità di chi sa di aver dato tutto, anche oltre. E noi tifosi nerazzurri ci abbiamo messo un po’ per capirlo.
Ranocchia è stato spesso associato come uomo immagine dei tempi più bui della storia recente interista. Questo è innegabile ma lui c’è stato sempre. Le due avventure in prestito con Sampdoria e Hull City non lo hanno mai davvero staccato dai colori nerazzurri.
É arrivato da ragazzino pieno di talento e di entusiasmo, ha vissuto periodi difficili, è stato oggetto di asprissime critiche. Lui ha resistito, commettendo sicuramente degli errori da cui ha imparato, e ora saluta da uomo maturo.
Ciò che ha sorpreso del Ranocchia degli ultimi anni è stata la serenità con cui è sceso in campo. Difficilmente, da Spalletti in poi, il difensore ha sbagliato una partita. Ne ha giocate poche, vero, ma sempre con la massima attenzione. Non ha mai detto una parola fuori posto e ha sempre avuto il rispetto di tutti all’interno della società come ha ricordato Zanetti ieri nel salutarlo.
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Quella di Ranocchia è una bellissima storia di interismo, con gli alti e bassi tipici delle avventure più memorabili. Nella testa di tutti noi rimarranno impresse alcune immagini: personalmente, il salvataggio nel Bayern Monaco-Inter 2-3 del 2011 resta una delle azioni calcistiche più incredibili che abbia mai visto. E penso ritragga bene ciò che è stato Ranocchia all’Inter: un uomo che non ha mollato mai, nel bene e nel male.
Per questo, e tante altre cose, ci terremo a ringraziarti Andrea per tutto. L’Inter ti appartiene, sei un stato pezzo importante dell’interismo e lo rimarrai per sempre.
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