RIVOLUZIONE SAN SIRO – Uno stadio per due squadre
Una riflessione sui motivi che portano Inter a Milan a condividere, dopo l'esperienza del Meazza, anche il nuovo stadio prossimo alla costruzioneDomenica si è chiuso uno dei Derby cittadini più spettacolari che si ricordino.
Inter e Milan si sono fronteggiate in una sfida epica, contrapponendosi sul manto erboso di uno stadio che però, purtroppo, sarà destinato a veder svolgersi ancora pochi Derby, in attesa che Nerazzurri e Rossoneri inizino la costruzione del nuovo stadio.
Al di là della rivalità sportiva, Inter e Milan hanno deciso, ormai mesi fa, di unire le loro forze nella costruzione di un nuovo impianto sportivo, da condividere come il Meazza e in cui costruire una nuova era di risultati sportivi. I club di Milano saranno perciò di nuovo insieme nella co-abitazione del Nuovo San Siro, perpetrando una tendenza che vede Inter e Milan sempre più unite in ambito di sviluppo e di crescita.
In ogni caso, ciò rende necessarie un paio di riflessioni.
Innanzitutto, nonostante sia chiaro che gli obbiettivi futuri dell’Inter siano parecchio ambiziosi, la squadra non è ancora pronta ad abbandonare i “cugini” e a trasferirsi in una casa tutta propria. Ciò potrebbe dipendere innanzitutto dal fatto che avere due grandissimi club come Inter e Milan (dalla storia e dai successi eccelsi) è un’attrattiva fenomenale per chi viene in visita a Milano. Immaginiamo dei turisti stranieri, disposti a spendere per vedere un match di una grande squadra in uno stadio modernissimo, e di poterlo fare in qualunque fine settimana, indipendentemente che a giocare siano Inter e Milan. Questo potrebbe essere un punto decisivo nella scelta dei club: offrire a chi viene da fuori la possibilità di assicurarsi un posto nel nuovo stadio in qualunque momento, a prescindere dal turno in campionato delle squadre. Una massimizzazione degli spettatori quindi sempre assicurata, con Inter e Milan che avrebbero un’affluenza di spettatori costante e sicura, senza dover temere di “rubarsi” fonti di guadagno a vicenda con due stadi diversi nella stessa città.
Altra questione che riguarda l’avere uno stadio in comune è relativa al valore della zona di San Siro.
Fin da subito infatti la possibilità di costruire il nuovo impianto a Rogoredo o nella ex area Falck non aveva convinto Inter e Milan, principalmente perché lo stadio sarebbe sorto in una zona di scarso interesse turistico e, in ogni caso, difficilmente raggiungibile. Quello di San Siro è invece un quartiere a portata di mano, immerso nella città di Milano e, soprattutto, dalle prospettive d’investimento parecchio allettanti. Inter e Milan infatti puntano a ricavare una grossa parte di introiti dalle strutture esterne allo stadio (negozi, ristoranti, hotel e centri convegni), ed edificare queste ultime in quartieri poco allettanti per possibili investitori e visitatori, avrebbe ridotto enormemente le prospettive di guadagno. Essendo quindi ambita da entrambi i club la zona di San Siro, Inter e Milan hanno semplicemente deciso di evitare eventuali attriti e di proseguire nella scia della tradizione, condividendo il nuovo stadio per evitare entrambi una flessione nei ricavi che, a Rogoredo o Sesto San Giovanni, sarebbe stata inevitabile.
Alla luce di queste considerazioni appare però ancora oscuro il motivo per cui i club abbiano deciso di ridurre sensibilmente la capienza dello stadio nuovo. Se Inter e Milan hanno intenzione di massimizzare i loro profitti e attirare più visitatori possibile, non si spiega perché la capienza del nuovo impianto sarà ridotta a una cifra fra 60 e 66 mila posti, nonostante i numeri di affluenza media decisamente superiori per entrambe le squadre.
Perciò, sembra inevitabile che i prezzi dei biglietti dei match aumenteranno significativamente, anche se ancora non sappiamo di quanto con precisione.
Inter e Milan si tengono strette l’area di San Siro e continuano nella loro storica coabitazione, consapevoli che dividere il nuovo stadio sarà necessario e comunque pacifico, anche a dispetto della storica rivalità. Le due squadre di Milano decidono quindi di crescere insieme e di puntare su un futuro comune, costruendo insieme uno stadio e collaborando per ottenere dei risultati che siano, negli anni a venire, i migliori per entrambe le squadre e le tifoserie.