Sarà un’estate di grandi cambiamenti in casa Inter. I tanti giocatori in scadenza pronti ad abbandonare, potrebbero rivoluzionare totalmente la rosa e costringere i nerazzurri a numerosi interventi sul mercato. Tuttavia, le risorse economiche saranno comunque limitate. Pertanto, perché non puntare su giocatori già di proprietà? Perché non riprovarci con Stefano Sensi?
L’esperienza milanese del centrocampista di Urbino è stata un fuoco, mai divampato davvero. I primi mesi folgoranti, tra l’estate e l’autunno del 2019, da centrocampista di altissimo livello. Poi gli infortuni. Tanti, troppi problemi fisici, che di fatto non gli hanno mai permesso di giocare una stagione completa nei due anni e mezzo passati in rosa.
Non è una provocazione: sommando tutte le presenze in Serie A in maglia nerazzurra, sono 39 le presenze di Sensi, di cui solamente 14 da titolare. Numeri molto bassi, che però raccontano di un passato che sembra ormai essere alle spalle.
Sensi, infatti, sembra essere rinato. Dopo i 6 mesi passati alla Sampdoria la scorsa stagione (11 presenze, di cui 10 da titolare), la rinascita definitiva sta prendendo forma con il prestito al Monza. Con i biancorossi, il centrocampista ha ritrovato continuità e fiducia, tornando a mostrare quelle qualità che convinsero l’Inter ad acquistarlo dal Sassuolo, per una cifra complessiva di circa 27 milioni di euro, tra prestito e riscatto.
A testimoniare la bontà del campionato fin qui disputato ci pensano i numeri. In primis, le presenze. Per un giocatore che ha vissuto gli ultimi anni principalmente in infermeria non sono un dato scontato. Al Monza, Sensi ha giocato 20 partite in Serie A, di cui 17 da titolare. Nei fatti, ha già superato l’apporto dato all’Inter, tornando a numeri risalenti alla stagione 2018/2019, l’ultima con il Sassuolo.
Non solo. Oltre al numero di partite giocate, difatti, c’è anche quello che Sensi sta mostrando in campo con i lombardi. Con 3 reti realizzate, l’ultima poche settimane fa contro l’Hellas Verona, ha eguagliato il suo record di marcature in Serie A, risalente proprio a quei primi mesi nerazzurri scintillanti.
Con il pallone tra i piedi, poi, Sensi sembra aver ritrovato una confidenza totale con il campo e i suoi spazi. Al Monza, è diventato il metronomo della squadra, il centro di gravità permanente attorno al quale ruotano tutte le azioni della squadra allenata da Palladino. In stagione, Sensi ha toccato 1179 palloni (in Serie A con l’Inter è fermo a quota 1288).
È proprio su quest’ultimo dato che si consolida la rinascita di Sensi. Nell’ultimo anno calcistico, la sua centralità nel possesso della propria squadra è da big europeo. Il centrocampista di proprietà dell’Inter è nel migliore 10% di passaggi tentati, con un ottimo numero di passaggi progressivi realizzati. Sensi, pertanto, è tornato ad avere un’influenza, una personalità e una proprietà tecnica con il pallone tra i piedi, che sembravano essere smarrite.
Un suo ritorno all’Inter, però, fa sorgere alcuni dubbi, inevitabili, in virtù soprattutto dell’illusione avuta in passato. Il primo grande “se” è la condizione fisica, vero tallone d’Achille del periodo nerazzurro di Sensi. Al Monza, Sensi ha subito un solo infortunio, una frattura al malleolo-peronale, che lo ha costretto a stare fuori a lungo. Per sua fortuna, lo stop è avvenuto a poche settimane dal Mondiale in Qatar (il 6 novembre, contro l’Hellas Verona), permettendogli di saltare poche partite.
Superato questo problema, Sensi non ha subito alcuna ricaduta, una costante all’Inter, ritrovando presto il suo posto nello scacchiere di Palladino. L’obiezione, in ogni caso, è dietro l’angolo: il Monza gioca una sola partita alla settimana e questo consente tempi di recupero abbastanza lunghi e uno stress fisico nettamente minore rispetto al calendario di un top club. All’Inter, infatti, era la tenuta muscolare del giocatore ad aver fatto perdere le speranze. Uno scenario che potrebbe ripresentarsi e che non si può escludere aprioristicamente.
Dal punto di vista tattico, poi, il Sensi attuale è abbastanza diverso dal giocator visto a Milano. Con i biancorossi gioca in un centrocampo a due, con grande libertà di svariare. Sebbene la zona del centro sinistra rimanga la sua preferita, la sua mappa di calore mostra una presenza più ampia sul terreno di gioco. Nell’attuale mediana a tre dell’Inter, questa possibilità di muoversi potrebbe venire un po’ castrata, sebbene la fluidità dei centrocampisti è una delle caratteristiche che Inzaghi ha ricercato (anche se ultimamente c’è stato un po’ di irrigidimento).
Al tempo stesso, l’heatmap di Sensi porta alla luce un altro dato: il baricentro del suo gioco tende a essere leggermente più basso rispetto al passato (il confronto più produttivo è sempre quello con la prima stagione all’Inter). Va detto che, seppure in tono minore, sembra permanere comunque quella capacità di accompagnare l’azione fino all’aria di rigore avversaria, con inserimenti e posizionamenti molto intelligenti. Ne è una riprova l’ultimo gol segnato con il Monza: contro l’Hellas Verona, lo scorso 12 marzo, Sensi scarica il pallone sulla trequarti avversaria, per poi seguire l’azione con un taglio profondo che lo porta a un semplice tap-in a pochi metri dalla porta.
Sensi, dunque, sembra aver rialzato la testa e la sua carriera potrebbe essere entrata in una nuova fase. Difficilmente, l’Inter potrà tornare a puntare su di lui come potenziale titolare. Quel treno sembra essere ormai passato. Eppure, le sue rinnovate caratteristiche con il pallone, coadiuvate da vecchie abitudini non del tutto sopite, potrebbero renderlo un rinforzo interessante per la rosa.
A costo zero, Sensi potrebbe essere una risorsa tecnica di ottimo valore, capace di far rifiatare i titolari senza necessariamente perderne in qualità. Il rischio di una nuova delusione c’è, è inevitabile. Ma quell’ultimo gol-qualificazione segnato in Coppa Italia, contro l’Empoli, prima di salutare l’Inter, potrebbe essere l’immagine di un sodalizio non ancora terminato, e che in estate potrebbe ritrovare vigore.
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