Finalmente lo si può dire: Milan Skriniar è tornato il muro che tutto il mondo invidiava all’Inter fino a una stagione e mezzo fa. Dopo un anno di appannamento per il mancato adattamento ai dogmi di Antonio Conte e aver rischiato la cessione al Tottenham, lo slovacco è tornato su livelli eccelsi, mostrando grande carattere.
Skriniar infatti ha sofferto parecchio il passaggio alla difesa a 3, diventando più di una volta nella scorsa stagione l’anello debole della retroguardia. Essere abituati da un’intera carriera a giocare in una data maniera non è qualcosa di facilmente eradicabile dall’oggi al domani. Ma il lavoro paga sempre e il gigante della difesa nerazzurra ha stretto i denti, non ha mollato e si è ripreso tutto quello che era suo di diritto, a cominciare da un posto nella formazione titolare. In questa stagione i miglioramenti sono evidenti sotto ogni aspetto e il rendimento in crescita esponenziale. Sicuro e preciso, è diventato da punto debole a certezza, ritrovando anche la cattiveria che aveva perso in zona offensiva, diventando un’arma fondamentale sui calci piazzati.
Certamente bisogna fare un plauso a Conte per aver insistito sul ragazzo che, a differenza dell’attempato Godin, essendo ancora piuttosto giovane poteva apprendere nuovi schemi e adattarvisi con il passare del tempo e degli allenamenti. Skriniar ora è diventato un’estensione dell’allenatore in campo, un leader autoritario che aiuta anche a disporsi i compagni di reparto e non, come si è visto anche in Inter-Benevento.
Il vero acquisto per l‘Inter di questa stagione, oltre al, si spera, ritrovato Eriksen, potrebbe essere proprio lo slovacco, pilastro imprescindibile per costruire un progetto che aspiri a vincere ed essere competitivo a lungo termine. Ora Skriniar è di nuovo una certezza, un patrimonio della squadra.
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