Analisi

Torino-Inter, le chiavi del match: l’analisi della squadra di Juric

Siamo giunti finalmente alla fine di questa sosta Nazionali, sabato alle 18.00, Inzaghi e i suoi torneranno finalmente in campo. L’avversario di giornata sarà il Torino di Ivan Juric, Attualmente 14esimo con 9 punti in otto partite. Andiamo a vedere un po’ più da vicino come giocano i granata.

I punti deboli

Il Torino finora è tra i peggiori attacchi del Campionato, con appena 6 gol segnati. Due di questi sono stati realizzati da Duvan Zapata che a causa di un infortunio sarà costretto a saltare il match. I granata sono infatti terz’ultimi in Serie A per tiri provati a partita, penultimi per quelli nello specchio della porta con una media di 2,3. Tuttavia l’Inter è famosa per subire un tiro e un gol, quindi non va assolutamente cantata vittoria prima del match. Nell’ultima gara contro la Juventus il Toro ha subito due gol da calcio piazzato: specialità dell’Inter che quest’anno ne ha già segnato 5 in questa maniera.

I duelli

Inzaghi ha parlato del duello sulle fasce, tipico quando si incontrano due squadre con la difesa a 3, in particolare quando si tratta della squadra di Ivan Juric, che ha più di qualche merito sulla sarriera di Federico Dimarco. Oltre a ciò non andranno sottovalutati i duelli aerei, in cui le due squadre sono quasi sullo stesso livello. Una statistica che colpisce è quella dei contrasti provati a partita, in cui il Torino è ultimo in Serie A. Motivo per cui non si tratta di una squadra particolarmente fallosa.

Da tenere d’occhio

I granata sono poi fedeli al proprio 3-4-2-1, che in fase difensiva tende a diventare un 5-2-3, con i due trequartisti e l’attaccante che tornano per dare una mano al centrocampo. Si tratta di una squadra che fa passare molto del suo gioco dai tre difensori e dai centrocampisti, solitamente due tra Ricci, Ilic e Tameze. I giocatori più pericolosi sono Zapata che non sarà della gara, Radonjic che il giocatore che tende a creare più azioni pericolose e infine Schuurs, molto pericoloso quando ne ha l’occasione.

Matteo Rizzi