Nella serata di ieri si è consumato – ufficialmente – l’addio di Arturo Vidal all’Inter. Il cileno, accompagnato dal suo agente Felicevich, ha rescisso, in modo consensuale, il suo contratto con l’Inter che gli farà percepire una buonuscita dai 3,5 ai 4 milioni di euro (non c’è ancora chiarezza sulla cifra esatta). Un addio che dalla maggior parte dei tifosi è stato accolto con felicità vista l’avventura abbastanza deludente a Milano.
Noi di Passione Inter vogliamo analizzare come sono andati davvero i suoi due anni in nerazzurro, tra gli alti e i tantissimi bassi.
L’Arturo Vidal acquistato dall’Inter nell’estate del 2020 dal Barcellona (accordo facilitato anche da un indennizzo di 1 milioni di euro sotto forma di bonus) non era di certo quello che avevamo visto alla Juventus. L’avventura in Spagna con la maglia blaugrana non era stata esaltante. Alcuni tifosi nerazzurri credevano, però, che il cileno potesse ritrovare se stesso in Italia e, soprattutto, sotto l’ala protettiva di Antonio Conte, il tecnico che lo aveva lanciato e migliorato.
Fin da subito, si capisce che Vidal aveva perso il piglio di un tempo. Inizialmente, Conte lo schiera da titolare più volte: ricorderete, però, che il centrocampo nerazzurro – nella stagione dello Scudetto – all’inizio della stagione peccava di equilibrio: tra Brozovic, Vidal, Barella ed Eriksen, Conte faticava a trovare l’assetto giusto.
La prima parte di stagione continua e Vidal va avanti con prestazioni sottotono, rendendosi protagonista anche di alcuni bassi. Uno su tutti: il rosso in Champions League contro il Borussia Mönchengladbach. Quell’espulsione crea quasi come una crepa nei tifosi nerazzurri. Vidal era arrivato per alzare il “livello europeo” della rosa, con la sua grande esperienza, e invece, proprio lui, lascia in 10 uomini l’Inter in quel match molto difficile.
Nella seconda parte di stagione, Conte capisce di dover cambiare qualcosa: Eriksen viene schierato con molta più continuità, mentre Vidal – complice anche qualche infortunio – viene relegato in panchina. Si chiude, così, in malo modo la prima stagione in nerazzurro di Vidal.
Arriva poi Inzaghi in panchina e la musica non cambia, anzi peggiora. Il cileno non è proprio il giocatore ideale per il tecnico piacentino e si vede. Pochissime presenze da titolare, la maggior parte deludente. Soltanto nel doppio confronto in Champions League contro il Liverpool si rivede un Vidal vivo, acceso, come i bei vecchi tempi.
Vidal è stato soprattutto criticato per l’atteggiamento fuori dal campo. Il centrocampista è sempre sembrato poco concentrato sulla causa Inter. Tra Pande e altre uscite “social”, il cileno non ha sempre fatto un figurone agli occhi dei tifosi nerazzurri.
Più di tutti, il “sondaggio” fatto sui social da Vidal sulla sua prossima squadra ha innervosito – in modo legittimo – i tifosi nerazzurri. In generale, Vidal non ha mai dato l’impressione di essere sposare al 100% la causa Inter. Questo è stato sicuramente più grave delle prestazioni in campo.
Se però qualcuno mi chiede: ma ci ricorderemo di Vidal all’Inter? Personalmente rispondo sì, anche per un solo secondo che ha inciso nella storia recente dell’Inter: la spizzata contro la Juventus. Non solo perché era la sua ex squadra (e quella di Conte) ma soprattutto perché ha deciso – insieme al gol di Barella – un match che verrà ricordato come la svolta del calcio italiano: il cambio di rotta rispetto agli anni di dominio bianconero.
E averlo fatto con il gol di uno dei pezzi più importanti di quella Juventus vincente, ecco non ha prezzo. Vidal ti vogliamo ricordare così, in volo mentre sovrasti Danilo.
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