21 Luglio 2023

Cosa cambia all’Inter con Thuram al posto di Dzeko (e Lukaku)

Analisi sul nuovo attacco che prende forma

L’Inter lo voleva due anni fa, quando Lukaku alla fine disse di sì alla proposta del Chelsea lasciando Simone Inzaghi in pieno ritiro estivo. L’infortunio al ginocchio, però, costrinse a rimandare il suo arrivo a Milano, oggi finalmente ufficiale. Marcus Thuram è pronto a raccogliere un’eredità pesante: a 26 anni ancora da compiere deve fare l’ultimo salto in termini di gol, ma l’ingaggio in linea con quello dei titolarissimi e la maglia numero 9 da ora sulle sue spalle sono ben più di due indizi circa il ruolo del francese. Altro che terzo attaccante, Tikus è pronto a far coppia con Lautaro Martinez in cima alle gerarchie offensive. Anche con i nuovi arrivi previsti.

Che cosa cambia allora per l’attacco interista rispetto al recente passato? Diamo un’occhiata ai numeri dell’ultima stagione.

ThuramDzekoLukaku
Minuti giocati269828931988
Gol161414
Assist757
non-penalty xG (a partita)0,590,450,45
Tiri a partita3,293,382,93
Contribuzioniogni 117 minutiogni 152 minutiogni 94 minuti
Duelli aerei vinti (a partita)1,472,822,29
Tocchi in area avversaria (a partita)6,275,65,85
Dribbling vinti (a partita)1,40,30,6

È bene ricordare che i numeri vanno sempre contestualizzati all’interno dei diversi stili di gioco di ciascuna formazione, oltre al fatto che c’è una sensibile differenza nei minuti giocati soprattutto con Lukaku. L’Inter di Inzaghi è stata sicuramente più dominante rispetto al Borussia Moenchengladbach che ha chiuso al decimo posto in Bundesliga, i numeri quindi ne risentono. Alcune tendenze, basandoci anche sulle caratteristiche note dei calciatori, si possono però sottolineare.

Con Thuram al posto di Dzeko e Lukaku i nerazzurri guadagnano un attaccante che nell’ultimo anno, come terminale offensivo a cui spesso la squadra tedesca si aggrappava, ha generato un maggior numero di occasioni da gol per ciascuna partita. Questo perché rispetto ai predecessori, il francese è stato anche più presente nell’area di rigore avversaria dove il suo lavoro in termini di contribuzione non è mancato: Tikus ha fatto segnare un gol al Gladbach (firmandolo lui o fornendo l’assist) ogni 117 minuti

La differenza più netta però la si vede nel dribbling. Thuram ne prova più del triplo di Dzeko e Lukaku, e anche la resa è notevolmente più ampia. Ad una squadra come l’Inter dove da anni la carenza di calciatori che superano l’uomo con la giocata individuale è piuttosto marcata potrà dare una mano importante sotto questo aspetto.

Le heatmap sottostanti sono nell’ordine di: Thuram, Lukaku, Dzeko.

  • 3
  • Immagini

    Di piede destro, Thuram è stato abituato a partire da sinistra per poi rientrare sul suo piede preferito e calciare in porta. Lukaku in sostanza ha lavorato al contrario, mentre Dzeko ha fatto da riferimento centrale venendo molto spesso a fare da collante tra le linee. Per il francese c’è qualche somiglianza con Lautaro Martinez nella zona di campo occupata, dovrà abituarsi a cambiare lato diventando “più Lukaku” o sarà l’argentino a traslocare?

    Di sicuro Thuram avrà a Milano meno “responsabilità” in termini di peso sulla manovra offensiva, dove potrà dividere il compito con un grande attaccante come Lautaro (in attesa di capire chi saranno gli altri in rosa) più presente in zona gol rispetto ai comunque validi giocatori che gli gravitavano attorno, ma più distanti, in Germania.

    Qualcosa si perde nei duelli aerei, dove il bosniaco e il belga si sono difesi molto bene. Anche Thuram supera il metro e 90, ma al momento non sembra la boa tipica in grado ricevere la palla alta per smistarla tra i compagni. Meglio imbeccarlo nello spazio, facendolo partire un po’ più lontano dalla porta per permettergli di prendere velocità in campo aperto o di dribblare l’uomo faccia a faccia.

    Dal punto di vista dei gol, poi, l’ultima stagione è stata un altro passo in avanti per il figlio d’arte. Ma nonostante i problemi fisici, Lukaku è stato più “frequente” nel segnare o nel far segnare (gol o assist ogni 94 minuti). Questo è l’ultimo salto di qualità che gli viene richiesto e che probabilmente Simone Inzaghi è in grado di fargli compiere.