Cosa vuol dire il rinnovo di Brozovic con l’Inter: un messaggio anche per Correa
La storia di Brozovic all'Inter come insegnamentoDopo mesi di trattative – secondo più fonti – oggi dovrebbe essere il giorno dell’annuncio ufficiale del rinnovo di Marcelo Brozovic con l’Inter. Un prolungamento di contratto importante, sia in termini di ingaggio che di anni: un quadriennale (fino al 2026) da circa 6,5/7 milioni di euro a stagione. Un accordo da 4 anni, per un giocatore che il prossimo 16 novembre compirà 30 anni, è sicuramente un passo significativo da parte dell’Inter.
Ora, facciamo invece un passo indietro: il centrocampista croato arrivò nel gennaio del 2015 per una cifra di 8 milioni di euro totali (tra prestito e obbligo di riscatto).
Non si direbbe dalla faccia, ma sicuramente Brozo era felicissimo di approdare in una società prestigiosa come l’Inter. E fin da subito, sotto la gestione Mancini, trovò spazio in campionato (in Europa League non poteva giocare). Lo stesso fu nelle due stagioni successive (15/16 e 16/17) ma attorno a Brozovic girava la domanda: qual è davvero il suo ruolo?
Un quesito che si accentuò ancora di più con Luciano Spalletti. Nella prima parte dell’annata 17/18, il croato giocò soltanto 7 partite da titolare in Serie A e a gennaio il suo addio sembrava scontato, anzi di più. Il Siviglia aveva già mandato un aereo privato per portarlo in Spagna, l’accordo sembrava a un passo finché il tecnico toscano non decise di bloccare tutto.
Brozovic rimase a Milano e cambiò letteralmente l’Inter giocando da regista: l’upgrade fu gigantesco.
Il croato, poi, è stato l’uomo chiave per Spalletti, Conte e adesso Inzaghi. Dai tifosi è osannato come forse il giocatore più importante della rosa, e l’ultimo periodo negativo – senza di lui – lo ha evidenziato ancora di più.
La storia di Brozovic con l’Inter ha in sé qualcosa di romantico, qualcosa di legato al destino e alle sliding doors ma ci può dare anche un insegnamento: con i giocatori, che siano giovani o esperti oppure in rampa di lancio, ci vuole: pazienza, fortuna e visione.
In questo momento all’Inter c’è un giocatore più di tutti criticato per non aver mostrato ancora, di fatto, nulla sul campo: e si chiama Joaquin Correa.
I problemi fisici e alcune prestazioni sottotono hanno portato i tifosi ad etichettarlo addirittura come “flop”. Eppure la partita forse più bella giocata dall’Inter in stagione (Roma-Inter 0-3) vedeva l’argentino titolare insieme a Dzeko. Eppure il Tucu ha deciso due partite, quelle contro Verona e Udinese. Dopo il match con i gialloblù, sembrava che Correa potesse (e dovesse) spaccare il mondo, ma così non è stato.
Eppure, qualcosa si è visto: Correa ha le qualità per fare bene.
Brozovic ci ha messo diverse stagioni per trovare il suo posto all’Inter. Correa ha sicuramente meno tempo: sia perché ha già 27 anni sia perché adesso è un’Inter diversa che ha bisogno di vincere, a differenza dell’Inter in cui arrivò il croato. Ma il messaggio è: aspettiamo il Tucu, può essere una risorsa anche per la prossima stagione. La società nerazzurra ha fatto un investimento importante (da circa 30 milioni di euro), ma aspettiamo a bocciare i giocatori. Brozo ce l’ha insegnato.