Azpilicueta all’Inter, la trattativa prosegue spedita e l’accordo appare più vicino. Un’operazione che sta facendo discutere vista l’età dello spagnolo, ma che se contestualizzata nel modo giusto ha il suo senso. Come Acerbi e Mkhitaryan un anno fa, che hanno fatto ricredere molti scettici.
Innanzitutto chi è César Azpilicueta. Nato il 28 agosto 1989 (34 anni da compiere tra poco dunque) a Pamplona, è cresciuto nell’Osasuna per poi esplodere nel Marsiglia con cui ha eliminato l’Inter dalla Champions nel 2012, anno in cui si è poi trasferito al Chelsea di cui è diventato una bandiera ed oggi capitano. Con la Spagna ha 44 presenze, tra cui anche all’ultimo Mondiale in Qatar.
Palmarés importante con una Champions League vinta, due Europa League, Mondiale per Club, Supercoppa Europea, campionato inglese e diversi altri trofei, anche in Francia. Di piede destro, è un giocatore molto duttile: nasce terzino, giocando a destra e anche a sinistra, ma che piano piano si converte diventando oggi il tipico “braccetto” di destra in una difesa a tre. Sotto la guida di Antonio Conte prima e Maurizio Sarri poi, ha già avuto modo di lavorare “all’italiana” pur in contesto inglese.
Nonostante la statura non elevatissima, ha un ottimo tempismo e ha buone statistiche nei duelli aerei (ha pressoché i numeri di Bastoni, che è 13cm più alto). Bravo nelle letture difensive, gioca moltissimo la palla ed ha una buona rapidità: segna poco, ma ha tutte caratteristiche che lo rendono perfetto per il ruolo di braccetto di costruzione come lo interpreta Inzaghi. Con il plus importante dell’esperienza.
Certo, sintetizzare il tutto con “l’Inter perde Skriniar e l’erede è Azpilicueta”, è un colpo al cuore perché il reparto arretrato nerazzurro, che già conta Darmian, de Vrij ed Acerbi, ha bisogno di ringiovanirsi. Ma…
Innanzitutto l’Inter aveva provato a prendere anche Nacho dal Real Madrid. Quindi che ci potesse essere l’intenzione di ingaggiare un calciatore molto esperto è confermato, una precisa idea dei dirigenti che hanno perseguito fino in fondo. Alla base potrebbe esserci il fatto che per come si sta configurando il mercato, perderemo diversi senatori: Dzeko è già andato via, Brozovic potrebbe partire, D’Ambrosio e Handanovic lo stesso e qualche altro movimento potrebbe esserci. Si perde una grossa fetta di esperienza ed abitudine ad alti livelli, di cui in uno spogliatoio c’è bisogno. Calciatori con questa abitudine e questa mentalità servono.
E Azpilicueta non è solo uno che ha vinto tanto, ma è un professionista esemplare, con grande personalità e il classico giocatore di cui “andare in guerra” .
Dopodiché parliamo un po’ di incastri.
Ipotizzo: il Chelsea sta cercando di liberarsi di giocatori con ingaggi pesanti, Azpilicueta guadagna circa 7 milioni di euro a Londra. L’Inter gli offrirebbe un biennale a cifre inferiori e che col decreto crescita pesa meno a bilancio. Chissà che magari Marotta e Ausilio non stiano puntando anche a “fare un favore” al Chelsea liberandolo di un peso, cercando poi di avere un trattamento favorevole sul file Lukaku. Considerando che comunque, mediaticamente stanno dipingendo l’Inter come una società che va a chiedere l’elemosina per Lukaku quando in realtà anche Lukaku è un bel problema economico per il Chelsea. Quindi attenzione alla narrazione che si fa delle cose e occhio a questo asse col Chelsea sempre caldo.
Detto questo, a proposito di incastri, occhio alla formazione che si va delineando. Azpilicueta come dicevo è molto duttile e l’Inter sta facendo molto mercato su calciatori che possono fungere da ‘jolly’.
Questo porta ad avere una configurazione con Darmian e Azpilicueta nella casella del braccetto di destra, de Vrij e Acerbi al centro mentre Bastoni a sinistra potrebbe avere come backup il più giovane Bisseck, sul quale si continua a lavorare.
In un altro mercato in cui c’è l’obbligo di abbassare il costo della squadra per motivi di bilancio e di Settlement Agreement con l’UEFA e allo stesso tempo di rimanere competitivi perché siamo l’Inter, la dirigenza dell’Inter per far coesistere questi due obiettivi decide di lavorare sul filo dell’equilibrio.
E allora vi metto sul tavolo queste due possibilità:
Considerando che tra un anno si libera a parametro zero il classe 2000 Tiago Djalò del Lille, giusto per fare un esempio di un profilo che l’Inter aveva praticamente bloccato prima che si facesse male e che magari potrebbe essere stato solo rimandato di una stagione, tamponando nel frattempo con un giocatore d’esperienza che, abituato ai ritmi della Premier League, non avrà particolari problemi ad ambientarsi in Serie A.
Poi a fare la differenza tra il successo e l’insuccesso di un’operazione ci sono tantissime variabile e non si può sapere, ma la logica c’è e non possiamo fermarci al discorso della carta d’identità. Per quanto sono d’accordo con chi dice che servirebbe qualche profilo più giovane, ma è il momento di fare di necessità virtù e gestire al meglio le risorse rimanendo comunque competitivi.
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