Davide Frattesi ha concesso una lunga intervista al quotidiano La Stampa nel corso della quale ha parlato di diversi argomenti, dalle ambizioni stagionali dell’Inter alla sua scelta di vestire i colori nerazzurri, rispondendo anche a chi aveva parlato di una suo insofferenza in estate.
Questi alcuni estratti:
CORSA SCUDETTO – “Ci sono più squadre. Nella scorsa stagione c’erano solo la Juventus e un po’ il Milan. Adesso si sono aggiunte Atalanta, Fiorentina, Lazio e Napoli. Due squadre possono sbagliare, ma ci sono le altre. E un torneo molto più aperto”.
INTER FAVORITA – “Ci dà fastidio sentirci dare dei favoriti? Sì e no. Perché le partite vanno giocate in campo, fuori a chiacchiere è facile. E non è detto che una squadra con sempre. Basta vedere il Real Madrid e il City di questi mesi. I giocatori rendono in base al contesto. Un giocatore fuori ruolo sembra scarso. Nei momenti negativi si vede la forza di un gruppo. A noi è capitato dopo l’eliminazione in Champions e con l’Atletico Madrid. Non ce l’aspettavamo dopo l’andata. Abbiamo dovuto trovare subito la forza di andare avanti”.
TITOLARITÀ- “Titolarità in Nazionale e panchina all’Inter? Per me è uno stimolo in più. Ogni cosa va sempre presa per il verso giusto. Altrimenti diventa tutto troppo grande. La concorrenza aiuta a dare sempre il massimo. Quando andiamo in Nazionale, i miei compagni dell’Inter mi prendono in giro: ‘Ecco vai da papà Luciano’, scherzando sul CT che mi schiera dall’inizio”. Come me giocava bene la sua Ro-ma, quando ero nella Primavera giallorossa. La Primavera di Inzaghi alla Lazio? Andavo sempre a vederla”.
INSOFFERENZA – “Insofferenza in estate per il mio minutaggio? In quel momento l’unico mio pensiero era trovare le esche giuste per andare a pesca in Sardegna. Ho fatto il permesso per praticare l’altra mia grande passione: la pesca subacquea. Poi si è messo in mezzo mio fratello ed è stato un disastro”.
CALENDARIO – “Non mi lamento, siamo fortunati. Però stiamo andando un po’ oltre. Non lo dico per il numero di partite in sé quanto per le conseguenze sullo spettacolo. A un certo punto, tra Super Champions, Supercoppa a Riyad e Mondiale per club, sei cotto. Cosi il rischio è che la qualità del gioco espresso venga un po’ meno”.
MODELLO – “Il mio modello è De Bruyne. Per me, il centrocampista più forte degli ultimi 20 anni: sempre almeno 15 gol e 15 assist ogni stagione. I numeri contano”.
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