L’Inter ha sorpreso tutti ed è in semifinale di Champions League, con la possibilità concreta di raggiungere la finale. Un risultato eccezionale, frutto di una rosa capace di stupire tutti e costruita secondo criteri ben precisi.
Lo evidenzia La Gazzetta dello Sport, che nell’edizione odierna mette a paragone i vari progetti tecnici e societari delle quattro semifinaliste di Champions League. L’Inter, ovviamente ha risorse molto limitate rispetto a Real Madrid e Manchester City, ma anche nel confronto con il Milan emerge una filosofia molto diversa.
I nerazzurri, infatti, hanno puntato molto sull’esperienza, lavorando sui cartellini in scadenza per cogliere le migliori opportunità del mercato. Dzeko e Calhanoglu, ma anche Mkhitaryan e Onana, sono il perfetto esempio di questa filosofia. Una politica che permette di abbassare i costi dei cartellini, lavorando al rialzo sugli ingaggi.
Tuttavia, un cambio di rotta totale sembra essere all’orizzonte: il monte ingaggi è già stato ridotto in questa stagione (da 147 milioni di euro a 132) e verrà abbassato ulteriormente. La scelta, pertanto, sarebbe quella di investire maggiormente sull’acquisto dei giovani, il cui costo del cartellino è superiore, a netto di ingaggi molto più abbordabili.
L’attuale strategia nerazzurra sta dando i suoi frutti, ma il cambio di rotta auspicato sembra essere l’opzione migliore per il futuro. Nell’ottica di una politica di maggiore sostenibilità, continuare a ingolfare il monte ingaggi con giocatori non sempre dalla grande futuribilità può rivelarsi fallace sul lungo periodo.
Al tempo stesso, però, va sottolineato il lavoro fatto fin qui, viste anche le risorse economiche molto limitate. Se l’Inter è a questi livelli, gran parte del merito va ai giocatori e a una squadra, che, evidentemente, è stata costruita con criterio e raziocinio.
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