I motivi di pessimismo sono tutti racchiusi in una lista: Onana, Skriniar, Brozovic, Gosens, Dzeko e Lukaku. Se per quest’ultimo la colpa è imputabile esclusivamente al giocatore e se il centrale slovacco era ormai ai margini della squadra, il resto è lampante.
Su tutti Onana: il portiere camerunense è stato sostituito da Sommer, profilo di grande esperienza, ma non in grado di dare le stesse garanzie tecniche. In un’operazione che, peraltro, ha saputo molto di tappabuchi per il modo in cui è stata finalizzata.
A centrocampo, poi, la qualità di Brozovic è stata sostituita sì da Frattesi, ma perdendo le certezze tattiche e tecniche del croato, spesso fondamentali. Il problema vero, però, è l’attacco: Dzeko e, soprattutto, Lukaku sono due prime punte vere e capaci di fare gol.
Il fatto che la loro stagione scorsa sia stata non debordante dal punto di vista numerico non gioca a favore del mercato nerazzurro: Thuram e Arnautovic sono giocatori che in carriera hanno raggiunto al massimo i numeri che gli altri due hanno toccato in stagioni sottotono. E anche sul ritorno di Sanchez, seppur al posto di un grigio Correa, ci sono molti dubbi. In attacco sia aspettava il grande colpo da affiancare a Lautaro e, invece, si è puntato su diverse incognite.
Tutto ciò, poi, porta a un’altra riflessione: la squadra che ha raggiunto la finale di Champions League è stata privata della sua colonna vertebrale. La rivoluzione può aprire un nuovo corso, certo, ma ha bisogno di tempo per trovare la giusta amalgama del nuovo impasto. L’Inter e Inzaghi hanno la possibilità e il tempo di aspettare che questa nuova ricetta lieviti nel modo giusto?
Il commento sulla gaffe Cardinale-Inter non passa inosservato
La sua astinenza dal gol sembra non volere finire
La previsione dell'ex allenatore sullo Scudetto
Il commento alla rete del 2-0 in Inter-Como