É notizia di pochi minuti fa quella delle parole dell’agente di Keita Baldé, Federico Pastorello: “Sono qui per parlare di lui con l’Inter. Proviamo a riportarlo a Milano”. Il ritorno del centravanti senegalese, quindi, è uno scenario reale di mercato: potrebbe diventare un giocatore molto interessante da opzione a partita in corso. D’altronde, l’ex Lazio ha dato il meglio di sé proprio con l’attuale tecnico dei nerazzurri Simone Inzaghi. Nella stagione 2016/2017 il bottino di Keita Baldé era di 16 gol in campionato, una valutazione in netta crescita e un rapporto con l’allenatore piacentino idilliaco. Da quell’anno esplosivo, nacque proprio l’occasione del salto di qualità a livello internazionale: precisamente al Monaco. L’esperienza monegasca non andò a buon fine e, dopo un anno, tornò in Italia indossando la maglia dell’Inter. La sua rete contro l’Empoli, ricorderete, ci portò in Champions League al rotto della cuffia. Sono passate due stagioni da quell’indimenticabile match e intanto come è andata a Keita?
IL RITORNO AL MONACO – Inter-Empoli: Keita entra, decide la partita con il gol del 2-1 e poi si fa espellere per una sciocchezza grande come una casa. Il centravanti senegalese scompiglia tutto e, dopo quella notte lì, fa ritorno a Monaco. Una stagione che poi si sarebbe rilevata deludente e strana: 4 gol in Ligue 1 e il campionato finito a febbraio per via dell’emergenza Covid-19. Keita sembra rischiare di finire in un vortice da cui difficilmente sarebbe uscito ma poi, ecco Ferrero…
RISCATTO SAMP – L’anno seguente deve essere quella del riscatto. E in parte lo è. Keita, desiderato molto dal presidente blucerchiato, inizialmente ci mette un po’ per entrare nelle rotazioni di mister Ranieri (messo in difficoltà anche da alcuni infortuni muscolari) ma poi diventa arma letale della Sampdoria. Ci fa gol (il caso) all’andata e al ritorno e a fine stagione il bottino è di 7 gol e una stagione più che positiva per essere partito da attacco di riserva. All’improvviso Keita sembra essersi ritrovato e ora potrebbe arrivare l‘Inter-bis con l’allenatore con cui ha fatto meglio, in un ambiente che già conosce, in un ruolo in cui non sarà soggetto a pressioni insopportabili. Che sia la volta buona?
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