Il futuro di Manuel Lazzari passa dalla panchina, o – meglio ancora – dalle panchine: a margine, c’è un gioco di forze contrapposte che potrebbe complicare le cose, in uno scenario in cui ciascuno cercherà di fare il proprio vantaggio. Partiamo dall’inizio: la notizia, così come la rivela calciomercato.com, è che Maurizio Sarri, insediatosi nel ruolo di allenatore della Lazio, avrebbe cominciato a sfogliare la margherita della rosa a propria disposizione e, tra gli altri, avrebbe individuato nel sopra citato Lazzari un potenziale profilo in uscita. Motivi tecnici, tattici, di caratteristiche: Lazzari non è ritenuto adatto al gioco di Sarri e Sarri non è allenatore da adattarsi ai propri calciatori. Prendere o lasciare.
Nel frattempo, a Milano, sponda Inter, c’è Simone Inzaghi che osserva con interesse: perché – al contrario del collega toscano – Inzaghi considera Lazzari un proprio fedelissimo, e sarebbe felice di riabbracciarlo all’Inter. C’è un problema, però: i rapporti non esattamente idilliaci che intercorrono tra nerazzurri e biancocelesti, dopo il ‘tradimento’ di Inzaghi a Lotito e il braccio di ferro intentato dal presidente per complicare il passaggio del tecnico piacentino in nerazzurro.
E’ chiaro, quindi, che sarà anche un gioco di diplomazia: la Lazio, a oggi, chiede non meno di 20 milioni di euro, ma se nessun altro busserà alla porta e se Lazzari manifesterà l’intenzione di andarsene – magari proprio all’Inter – Lotito non potrà fare altro che abbassare il muro delle pretese. All’Inter, intanto, sono tutti consci delle possibili difficoltà dell’operazione, e infatti qualche alternativa è sempre al vaglio: ma l’affondo per Lazzari sembra valere la pena farlo, anche perché, in un’estate di incognite, per Inzaghi si tratterebbe di usato sicuro.
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