Calciomercato Inter

L’ex allenatore di Sucic SICURO: “È più forte di Frattesi”

L’Inter ha completato l’acquisto di Petar Sucic per la prossima estate. Il talento croato classe 2003 arriverà dalla Dinamo Zagabria per 16 milioni più bonus e c’è grande curiosità tra i tifosi nerazzurri per capire cosa potrà dare alla squadra di Inzaghi.

Di lui ha parlato il suo ex allenatore, Nenad Bjelica, che lo ha allenato per alcuni mesi proprio alla Dinamo Zagabria nel 2024, prima di essere esonerato a dicembre. Queste le sue parole su Sucic, intervistato da La Gazzetta dello Sport:

PROFILO – “Un talento puro. Farà carriera in nerazzurro. Un affare per 16 milioni? Considerando i prezzi che girano oggi per i centrocampisti, assolutamente sì. È un giocatore e un ragazzo da 10. L’ho allenato soltanto per 8 partite, poi si è infortunato al metatarso e abbiamo iniziato a perdere o a pareggiare. Era fondamentale”. 

PREGI E DIFETTI – “Ti dà equilibrio, sa fare il regista e la mezzala e ha ottime capacità di inserimento. Sotto la mia gestione ha segnato tre gol, tra cui due in Champions contro Monaco e Slovan Bratislava. Il terzo pregio è la facilità di corsa. È un centrocampista box to box. Dov’è che deve migliorare? Nella gestione della partita. A volte ha delle pause”.

SOMIGLIANZE – “A chi somiglia? Direi Barella. Dategli un centrocampo a tre e lui sarà a suo agio. Io l’ho fatto giocare anche da regista, ma il meglio l’ha dato da mezzala. Meglio, forse, a destra, ma in Champions, ad esempio, ha segnato partendo da sinistra. In ogni caso, è il numero 8 ideale di ogni squadra. Ha la gamba di chi randella e il pigli di chi inventa e punge”. 

BROZOVIC – “Gli somiglia un po’, ma Sucic è molto più offensivo e sa segnare qualche gol in più. Inoltre, sa buttarla dentro in tutti i modi, soprattutto se parte da dietro e si inserisce in area”.

FRATTESI – “Potenzialmente, Sucic è più forte. È intelligente, entra spesso in area e poi torna a centrocampo per gestire il pallone e randellare quando serve. Parliamo di uno stakanovista: ha il fuoco dentro”.

ANEDDOTO – “A novembre 2024 fu convocato dalla nazionale croata e venne espulso dopo mezz’ora, ma scelse di restare col gruppo. Lo chiamai il lunedì chiedendogli come stesse e sondando la sua disponibilità a giocare dall’inizio una volta rientrato. Mi serviva una mano, lui fu schietto: ‘Che problema c’è? Gioco e vinciamo. Era il primo ad arrivare e l’ultimissimo ad andar via. Ogni tanto, a fine allenamento, restava a calciare da solo verso la porta per provare le punizioni. Era il nostro giocatore più importante, infatti dopo il suo infortunio abbiamo faticato molto”. 

ADATTAMENTO – “Non credo. Con me sia è adattato a qualsiasi schema. In Champions ho usato il 3-5-1-1, in campionato il 4-3-3. Lui è sempre stato il migliore. Mi creda, l’Inter ha fatto un grande affare”.

Enrico Traini