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Marotta: “Cessioni Inter? Ne abbiamo già parlato con la squadra”

Intervenuto a margine dell’evento organizzato quest’oggi a San Siro da Il Foglio, Beppe Marotta ha parlato a poche ore dalla conquista del ventesimo Scudetto dell’Inter ai microfoni dei tanti cronisti presenti: “Un’immagine della stagione? La partita giocata contro il Milan. Poi è finito tutto e ci siamo lasciati andare, siamo campioni d’Italia e abbiamo vinto la seconda stella, straordinario”.

SCUDETTO – “Quando si vince c’è un’attestazione da parte di tanti, da chi ti vuole bene, ma in generale da tutto il mondo dello sport. Va riconosciuto il ruolo dell’allenatore e della squadra, i quali alle spalle hanno avuto una società forte. Non c’è vittoria di una squadra in campo se non c’è alle spalle una società forte, è venuto fuori un modello vincente”.

MERCATO – “Vogliamo continuare questo processo evolutivo, non certo rivoluzionario. La conduzione tecnica di Simone Inzaghi non si discute assolutamente, anzi ci siederemo su indicazione del nostro presidente Zhang per prolungare il contratto. Cercheremo di migliorare guardando la sostenibilità, ma lo faremo con l’obiettivo di centrare altri trofei. Abbiamo già consolidato alcuni traguardi, ma siamo in piena attività e c’è margine di miglioramento”.

RINNOVI – “Non abbiamo nessun caso di ansia dove dobbiamo intervenire in fretta su calciatori in scadenza. Cercheremo di assecondarli laddove c’è la possibilità di farlo perché vogliamo creare uno zoccolo duro con senso di appartenenza e attaccamento alla maglia”.

CESSIONI – “Mantenere questo organico significherebbe mantenere dei calciatori vincenti e questo è già tanto. Due acquisti ufficiosamente già li abbiamo fatti, con Ausilio che è un bravissimo direttore sportivo. Lavoreremo per puntellare un organico già di per sé forte”.

INCEDIBILI – “Credo che nel mondo del calcio di incedibilità non si debba parlare. Il destino è sempre nella testa dei calciatori, ad oggi tutti hanno espresso la volontà di proseguire con noi. Ricordiamoci che siamo l’Inter, meglio di qua non si può andare”.

Antonio Siragusano