Marotta: “Ci siamo buttati a capofitto su Lukaku e Dybala. Lautaro? Indispensabile”
Le parole del dirigente nerazzurroBeppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter, ha parlato questa mattina alla trasmissione Radio Anch’io Lo Sport di Rai Radio 1. Il dirigente nerazzurro, che piuttosto di rado si sbottona tanto, specie sul mercato, ha invece dato linee piuttosto precise su cosa bisognerà aspettarsi da questa estate nerazzurra. Queste le sue parole:
“Il giorno di Lukaku? Prima domanda imbarazzante, posso dire assolutamente di no. Ma dico in generale che io, Ausilio e Baccin abbiamo il dovere di costruire una squadra competitiva nel rispetto degli equilibri finanziari, parliamo sempre di sostenibilità. Quindi si intrecciano sondaggi e trattative, ma il manager calcistico deve avere l’ambizione di tentare tutte le strade senza avere paura di non riuscire. Non nascondo che quella di Lukaku sia una pista percorribile, ma ci sono ancora delle difficoltà e dobbiamo valutare se ci sono gli estremi per definirla o meno”.
“Non nascondo che in Italia siamo in grande difficoltà, mentre all’inizio degli anni duemila eravamo in cima al ranking. Oggi per fatturato per trovare un’italiana dobbiamo andare all’ottavo posto occupato dalla Juve, il nostro potere di spesa è limitato. Credo che il campionato italiano rappresenti un campionato di transizione, Lukaku ne era un esempio che è stato attratto dalle lusinghe del Chelsea ed è partito. Dobbiamo fare di necessità virtù, c’è la possibilità di far giocare i giovani, ma qui subentra la mancanza della cultura della sconfitta, le pressioni sono troppo alte per far spazio ai nostri giovani”.
Sempre in ambito mercato, Marotta ha proseguito: “Dobbiamo cercare di chiudere in attivo la campagna trasferimenti e contenere i costi dei salari, in quest’ottica agiamo, ma il nostro interesse è mantenere una squadra forte. È giusto che sia così per la storia di questo club, in quest’ottica consideriamo Lautaro indispensabile per poter proseguire con questi obiettivi”.
“Indice di liquidità? Senza far riferimento ad alcune polemiche, c’è soddisfazione per il parziale accoglimento del ricorso. In merito ad una misura che risulta inopportuna, non certo per la misura, ma nei modi e nelle tempistiche, soprattutto per gli effetti retroattivi. Credo che la strada intrapresa dalla Federazione sia quella giusta, ma bisogna trovare uno strumento idoneo considerata anche la situazione in cui versano i club oggi”.
“Dobbiamo assolutamente eliminare quella litigiosità che è diventata la lingua di un’intera classe dirigenziale per arrivare al rinnovamento del calcio. Si può fare attraverso nuove forme di ricavo, maggiore valorizzazione dei diritti televisivi attraverso una maggiore promozione. Rispetto alla Spagna abbiamo 1/4 dei ricavi, rispetto all’Inghilterra siamo ad 1/8. È la scarsità di cassa la vera minaccia alla stabilità del sistema, bisogna attuare delle riforme. Bisogna introdurre il semi-professionismo per far sopravvivere squadre di provincia. Oggi la Serie A versa 120 milioni di mutualità alle serie minori. Negli ultimi 10 anni in Europa sono stati fatti 153 stadi, mentre in Italia solo 2”.
“Penso che oggi siano richiesti manager che sappiamo coniugare teoria e pratica. Prima il trasferimento dei calciatori era marginale, oggi senza un attivo nessuna squadra riesce a stare in piedi. Così subentra la creatività, la fantasia per completare una rosa competitiva per raggiungere gli obiettivi. Noi non possiamo essere un movimento d’investimento come Serie A, quindi subentra il fattore della competenza di manager e allenatori. Ancelotti ne è la prova, il made in Italy è tra i migliori in Europa”.
Sulle trattive più calde, Marotta ha poi aggiunto: “Lukaku, Dybala e Mkhitaryan al raduno di luglio? Che Inzaghi avrà dei nuovi acquisti, questo sì. Chi siano, non lo so ancora. Mkhitaryan sarà ufficiale nei prossimi giorni, anche Onana è un’opportunità. Vogliamo valorizzare i giovani della Primavera campione d’Italia e ci sono grandissimi talenti. Alziamo il rischio dal punto di vista tecnico e coi giovani bisogna andare coi piedi di piombo. Abbiamo l’obbligo di allestire una squadra competitiva, quando si riprenderà cercheremo di mettere a disposizione di Inzaghi una squadra che abbia una parvenza di competitività forte”.
“Bremer per Skriniar? Questo è un mercato in cui è più difficile sostituire l’attaccante che il difensore. Quindi con ogni probabilità sarà il settore in cui siamo costretti ad agire, ma con Ausilio e Baccin stiamo ipotizzando delle alternative valide nel momento in cui dovesse partire uno di questi difensori. Bremer sicuramente è un giocatore di caratura europea e mondiale, è un giocatore che farebbe comodo a tantissime squadre, un giocatore sul quale sono poste tutte le nostre attenzioni”.
“Annuncio di Dybala e Lukaku prossima settimana? Difficile dare una risposta precisa, sono nostri obiettivi. Poi dobbiamo valutare la congruità economica, ma sono obiettivi sui quali ci siamo buttati a capofitto perché rappresentano delle realtà tecniche che ci farebbero comodo. Se ce la faremo bene, altrimenti ci sposteremo su altri obiettivi. ma quello che conta come sempre non è il singolo calciatore, ma la squadra. Questo gruppo rappresenta un bel valore oggettivo, già partiamo con una rosa competitiva”.
“Gnonto? È una denuncia che faccio in modo concreto perché nella nostra Italia è mancato uno strumento che viene definito apprendistato. Siamo arrivati a questa conquista e questo permette che i giocatori che alleviamo quando arrivano a 16 anni non abbiano la facoltà di andare all’estero senza dare alcuna retribuzione”.